L’ennesima crisi di Governo, anziché condurci ad analisi a corto raggio su quanto sia inaffidabile questo o quell’altro sottosviluppato uomo politico, dovrebbe farci riflettere sulla sostenibilità di un sistema elettorale proporzionale corretto da un mastodontico premio di maggioranza, in teoria costruito per dare stabilità, in pratica idoneo a consentire a minoranze non elette di esercitare un potere di cui il corpo elettorale non le ha mai investite.

La declaratoria di incostituzionalità del 2013 ha condotto ad un sistema meticcio, costituito in parte da un maggioritario uninominale con turno unico ed in parte da un proporzionale con sbarramento al 3%. Personalmente ho la sensazione che le commissioni parlamentari prima di redigere aborti legislativi di siffatta portata si dedichino a baccanali alimentati da sostanze psicotrope, oppure rappresentino la normale e fisiologica applicazione del sacerrimo principio dell’uguaglianza, in virtù del quale “uno vale uno” ovvero il genio vale quanto il cerebroleso.

Mi chiedo quindi se un giorno riuscirà forse a parlamentari intellettualmente normodotati riportare il buonsenso in quell’aula sorda e grigia, riaffermando la percepibile equità di un rapporto esattamente proporzionale tra voti raccolti e seggi conquistati.

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