L’euro è ai minimi da un anno e mezzo e l’inflazione galoppa. Il presidente della BCE Lagarde assicura: “seppur pagheranno i deboli, durerà poco”. Il nocciolo della questione è però l’inflazione ormai galoppante: 3% su base annua ad ottobre 2021 secondo l’Istat.

Il prezzo dei beni energetici è schizzato fino ad un +24,9%. In questa situazione l’aumento del costo dei beni dovuti alla perdita di potere d’acquisto della moneta rende immediatamente più poveri tutti coloro che hanno dei risparmi. O che attingono ogni mese ad uno stipendio fisso.

E’ allarme anche per materie prime e generi alimentari: +70% per il frumento duro, mais ai massimi dal 2012, + 50% per il caffè.

Non manca l’effetto spillover: la bassa disponibilità di cereali e semi sta impattando i prezzi dei mangimi, trasmettendo rialzi a uova e latte. A tutto ciò si aggiungono fenomeni speculativi che alimentano la volatilità.
Non ci vorrà molto prima che i cittadini italiani si rendano conto che i numeri del proprio conto bancario saranno da attenzionare ben più severamente delle terapie intensive. O dei like di Fedez. Ma sarà troppo tardi.

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