In Piemonte, il settore dell’artigianato sta attraversando un periodo particolarmente difficile. Secondo i dati elaborati da Confartigianato Piemonte, oltre 26.000 lavoratori sono stati coinvolti in cassa integrazione nel 2024, con un incremento del 62% rispetto all’anno precedente. Più di 4.600 aziende sono state colpite dalla crisi che ha interessato settori vitali come l’indotto automotive, la moda e l’edilizia.
La crisi internazionale, con particolare riferimento alla debolezza dell’economia tedesca, ha accentuato la difficoltà del tessuto produttivo regionale, in particolare per le piccole e medie imprese.
I settori più colpiti dalla crisi
L’industria dell’automotive, particolarmente quella legata ai cicli produttivi di Stellantis, è tra i comparti più colpiti. Tuttavia, la crisi non si limita solo all’automotive. Anche la moda e l’edilizia sono in forte difficoltà. Il termine del Superbonus ha lasciato un vuoto che ha pesato sulle piccole imprese del settore edile, mentre il settore moda ha visto una flessione costante negli ultimi mesi, aggravata dal boom dell’e-commerce, che ha messo in difficoltà le aziende artigiane meno digitalizzate.
Impatto a livello provinciale
I dati suddivisi per provincia mostrano una situazione diffusa in tutto il Piemonte, con Torino che continua a essere la provincia più colpita:
- Torino: 2.125 imprese e 11.687 addetti in cassa integrazione
- Alessandria: 601 imprese e 3.288 addetti
- Biella: 465 imprese e 2.906 addetti
- Cuneo: 426 imprese e 2.729 addetti
- Novara: 420 imprese e 2.161 addetti
- Asti: 228 imprese e 1.235 addetti
- Verbano-Cusio-Ossola: 222 imprese e 1.159 addetti
- Vercelli: 179 imprese e 945 addetti
Le cause di questa crisi e le sfide future
Le difficoltà che le aziende piemontesi stanno affrontando sono molteplici. Secondo Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte, il calo della produzione di macchinari è in gran parte dovuto alla minore domanda da parte della Germania, il principale partner commerciale del Piemonte. Anche la concorrenza cinese e la chiusura dei mercati russi hanno avuto un impatto negativo sulle imprese tessili. Inoltre, i costi elevati delle materie prime e dei trasporti, insieme alla difficoltà di digitalizzazione per molte piccole imprese, hanno reso il settore ancora più vulnerabile.
Possibili soluzioni e misure di supporto
L’introduzione di un fondo per il settore moda è stata una risposta positiva, ma Felici suggerisce che tale misura dovrebbe essere estesa anche ad altri settori produttivi, per sostenere le piccole imprese che rappresentano il cuore pulsante dell’artigianato piemontese. La ripresa sarà possibile solo con un’attenzione mirata a questi settori e con politiche che facilitino l’innovazione e la digitalizzazione, cruciali per far fronte alle sfide del mercato moderno.