Una lettera aperta alle Istituzioni, una richiesta di genitori e bambini della “seconda A” del complesso “Alba Serena” di Bruino (Torino).
“Abbiamo fornito ai nostri figli ogni qualsivoglia strumento il Ministro ci abbia richiesto per far riaprire le scuole in sicurezza. Per garantire un diritto costituzionale ai nostri figli” inizia cosi la lettera dei genitori. “In un momento in cui lo Stato ci ha abbandonati prima di tutto come cittadini“.
“Oggi ci toccate nell’unico punto dove non potete toccarci. Dopo averci garantito che la scuola non sarebbe stata chiusa, a distanza di un anno non è stato migliorato nulla. Ci troviamo esattamente nella stessa situazione di un anno fa, come se questa prima fase di pandemia non sia assolutamente servita nulla”.
Bruino, le richieste dei bambini nella lettera alle Istituzioni
La lettera si rivolge direttamente le istituzioni. E quindi al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai Ministri del governo, ai Presidenti delle Regioni e ai Dirigenti scolastici. “Consapevoli della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi, sosteniamo che sia essenziale adottare provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione”.
La lettera continua portando gli esempi di Francia, Germania, Olanda, Irlanda e Gran Bretagna. Le cui misure di lockdown prevedono che servizi educativi per l’infanzia e scuole restino aperte. Sono proprio di queste ultime ore le notizie relative alla drastica diminuzione di contagi in Irlanda, il paese che per primo ha adottato forme di lockdown piuttosto drastiche, mantenendo però le scuole aperte.
Le scuole possono aiutare a battere il virus
“Sin dalla prima ondata dell’epidemia è stato dato per scontato che i diritti dei minori siano quelli revocabili senza discussione né conseguenze. Ci opponiamo fermamente a questa logica” si legge ancora.
I genitori poi sottolineano che nelle scuole sono stati applicati i protocolli sanitari più stringenti e più verificabili.
Le scuole aperte sono quelle che garantiscono il corretto uso dei dispositivi di sicurezza individuale per un’ampia parte della giornata. Le scuole, per i genitori, sono già un presidio per la prevenzione.
“La scuola, per la sua capillare distribuzione territoriale, può essere anche luogo di informazione, per trasferire le comunicazioni sanitarie a tutti, incluse le comunità straniere. Attraverso circolari tradotte in arabo, in cinese, spagnolo, francese e inglese”, si sottolinea.