Mario Ferrero è un ristoratore da 43 anni, chef molto apprezzato in Torino e provincia, ideatore di format spettacolari come Custom Food. Il suo ristorante ad oggi è all’interno della Maison Musique di Rivoli, il nome è “Come in famiglia“. Uno di quei ristoranti che uniscono il mondo reale a una cucina elaborata e sopraffina, dove anche prezzo e qualità si incontrano non deludendo mai le aspettative.
Insomma, un vero professionista con la passione per la cucina, per le moto, per i viaggi. Una persona completa, che oggi mostra tutto il suo disappunto per le scelte della politica nei confronti del mondo della ristorazione. Una persona del mondo reale, arrabbiato e con tante idee per ripartire “davvero”, non solo superficialmente.
Lo chef commenta le “nuove aperture” del 26 Aprile
“Vorrei innanzitutto sgomberare il campo da equivoci o fraintendimenti” inizia lo Chef nel suo sfogo “non sono Novax, non sono negazionista. Ho un locale che eventualmente (con le nuove normative) mi permetterebbe di ospitare gente all’aperto”.
Il ristorante “come in famiglia” è a conduzione familiare, come la maggior parte dei locali in Italia. E da ormai 10 mesi è praticamente chiuso. “Tengo a precisare che sto parlando solamente di ristoranti. Questo perché nel passato, anche piuttosto lontano, aver associato questa tipologia di servizio ad altre ha prodotto e produrrà una catastrofe del settore”.
“Le ultime direttive, purtroppo, sono state scritte per una paura generata dalle ultime manifestazioni di piazza. Elaborate da persone che sicuramente faranno dei lavori altamente nobili, ma di sicuro non lavorano nell’ambito turistico alberghiero. Questa paura però sta generando un mostro che fagociterà buona parte delle imprese ristorative”.
Le nuove aperture sono un bluff
“Ecco Cosa vorrà dire aprire solo in esterno: provate voi ad andare a mangiare fuori la sera con 14/16 gradi. Vi siete dati la risposta giusta: impossibile” tuona Mario Ferrero.
“Impossibile anche per noi poter prendere prenotazioni, a Maggio, per comunioni, pranzi di lavoro, cresime, battesimi, compleanni ecc. Questo perché se il tempo dovesse peggiorare cosa potremmo dire? ‘Signori piove, andate a casa’?
“Ma andiamo oltre: a questo punto Aprile è passato, Maggio sarà perso e arriviamo a Giugno. Ci raccontano che dovremo aprire a pranzo e cena, ma al coperto solo a pranzo. Follia: se piove, se l’aria si rinfresca, se si alza il vento dovremmo dire ai nostri clienti, la sera? ‘Per favore tornate a casa?’ Naturalmente quando magari abbiamo già fatto la spesa e lavorato in parte i prodotti?”.
Lo Chef di Custom Food non sa spiegare queste scelte “credo (e lo penso serenamente) che a questo punto ci sia una volontà di sabotare tutto il settore in oggetto. Devo ancora capire per quale ragione”.
I ristoratori sono pronti a ripartire
“Noi siamo pronti a ripartire siamo pronti a far rispettare i protocolli che già erano in atto. Siamo pronti a essere la punta di lancia del nuovo Rinascimento italiano (alla faccia di qualcuno che crede sia in altri paesi). Chiediamo rispetto e chiediamo che se qualcuno vuole decidere per noi, prima provi ad immaginare la propria vita senza percepire uno stipendio per 10 mesi. Poi a quel punto, ma solo a quel punto, potrà scrivere le sue scartoffie”.
La rabbia la conosciamo, ed è sacrosanta trasversalmente per tutta la politica. Ma come riaprireste? Lo Chef non fa solo polemica, ma sa benissimo come si potrebbe riaprire in sicurezza. Ecco i punti che rivela nella sua nota.
“Ritorno immediato alle riaperture, usando protocolli già elaborati precedentemente. Con l’apertura anche serale, sia all’interno che in esterno. Mantenere il tracciamento dei dati ma eliminare l’obbligatorietà della prenotazione”.
E ancora “la possibilità di usare senza restrizioni i contanti. Se eventualmente ci fosse l’obbligo dell’uso delle carte, eliminazione dei balzelli bancari ad esse associate”.
Sulla politica economica “rielaborazione dei codici Ateco, che tanti danni hanno causato alla nostra categoria”. E “aiuti veri e immediati per la ripartenza”. “Sospensione delle tasse per almeno un anno. Ed eliminazione di quelle, generate in automatico, anche a fronte di fermo del locale”. Per abbattere le spese fisse, secondo Mario ci vorrebbero “tariffe agevolate per almeno un anno, sulle bollette di luce e gas”.
“Istituzione di un ministero ad Hoc per il comparto turistico alberghiero. Con una maggiore presa di coscienza dell’importanza del ‘cibo e del vino’ nel nostro Paese. Attestato professionale obbligatorio che dimostri la capacità del personale, ma anche del titolare, a svolgere l attività ricettiva”.
Poi servono, secondo lo Chef “aiuti immediati ai lavoratori del settore, con il saldo della cassaintegrazione pregressa. Nonchè l’impegno di corrispondere le future senza ritardi”. E sui vaccini “vaccinazioni ai lavoratori del nostro settore esposti al contagio per il pericolo di contatto con i clienti privi di mascherina”. E per il futuro “crediti agevolati sull’acquisto di strumenti utili alla ripartenza”.
Conclude la nota chiedendo “maggiori controlli per il rispetto delle normative”, dimostrando di non essere contrario alle misure di prevenzione, ma chiedendo una gestione più sana. “Se ci sarà la volontà di far ripartire l’economia, la cultura, la gioia di vivere, penso che si dovrà per forza passare di qua”.
Chi è Mario Ferrero
Mario Ferrero è ristoratore da 43 anni, docente di scuola alberghiera, cuoco. “Ma soprattutto un padre e amante della nostra splendida Italia”. E se la politica provasse ad ascoltare le professioni e l’esperienza? Noi gli abbiamo dato voce, sperando di aiutare Mario e tutta la categoria.