Nel 1946, al termine della guerra civile e alla ripresa dell’ordinaria attività istituzionale, il Comune di Torino avviò una capillare opera di rimozione di ogni riferimento, nella toponomastica, al periodo fascista.
Qui di seguito proponiamo le modifiche volute dal nuovo regime antifascista.
Via XXIII Marzo è stata rinominata in via Giovanni Amendola. La via del centro era prima dedicata alla data di fondazione dei Fasci Italiani da Combattimento, il movimento fondato da Mussolini e che darà poi vita al Partito fascista nazionale e poi al Partito fascista repubblicano.
Via Tre Gennaio è stata poi intitolata a Bruno Buozzi, sindacalista socialista fucilato dai tedeschi nel 1944 a Roma. La via era stata dedicata, durante il fascismo, al discorso pronunciato da Benito Mussolini nel 1925 alla Camera dei deputati dopo l’assassinio dell’On. Matteotti. Gli storici in genere ritengono che con il celebre discorso del Duce del 03 gennaio del 1925 nacque il regime fascista.
Via 09 Maggio, fu ribattezzata via Piero Gobetti. Originariamente la via era dedicata alla fondazione dell’Impero (09 maggio 1936) a seguito dell’annessione dell’Abissinia (attuale Etiopia).
Via Gustavo Doglia venne dedicata a Errico Giachino, partigiano ucciso a Torino nel 1944. Gustavo Doglia era uno squadrista originario di Mezzana Bigli (Pavia) che il 01.10.1922 si trovava a Torino forse per i preparativi per la Marcia su Roma. Doglia, assieme ad altri due camerati, venne aggredito da dodici antifascisti che, armati, lo uccisero. A Gustavo Doglia era dedicato anche l’attuale Commissariato di Corso Grosseto n. 283. La struttura, costruita nel 1936, ospitava una sezione rionale del Partito nazionale fascista.
Largo Dario Pini venne rinominato Piazza Giuseppe Perotti, il generale passato alla resistenza, ucciso sempre a Torino nel 1944. Dario Pini, studente di soli diciassette anni, iscritto al Fascio di Torino fu ucciso da un colpo di rivoltella sparato da Giuseppe Bovio, comunista, con la complicità di altri compagni di partito. Anche a Dario Pini venne intitolato il gruppo rionale del Partito fascista.
Corso Giovanni Porcù Del Nunzio è stato trasformato in Corso Eusebio Giambone, partigiano fucilato a Torino nel 1944. Precedentemente il corso era dedicato al giovane studente universitario fascista ucciso in Piazza Castello il 30 dicembre del 1922. La storia merita di essere brevemente raccontata. Mussolini preso il potere dopo la Marcia su Roma dispose lo scioglimento delle Regie Guardie per la Pubblica Sicurezza per sostituirle con gli squadristi riorganizzati nella Milizia volontaria. Un nutrito gruppo di Regie Guardie decise di ammutinarsi e di poliziotti rivoltosi armati marciarono su Torino urlando insulti a Mussolini ed elogiando Lenin. I fascisti si organizzarono e reagirono prontamente. Armati alla bell’e meglio raggiunsero Piazza Castello occupata dai militi armati che non volevano deporre le armi. Gli squadristi, inferiori di numero e peggio armati, ebbero la meglio sulle Guardie Regie. Durante lo scontro a fuoco tre poliziotti furono uccisi. Negli scontri morì anche il giovane squadrista Porcù Del Nunzio. Le Guardie Regie cacciate da Piazza Castello tentarono nella notte di assaltare la sede del Partito fascista di Corso Cairoli. L’attacco venne respinto e le Guardie Regie furono costrette a rifugiarsi nelle loro caserme dove si poi si arresero deponendo le armi. Gli scontri di Piazza Castello e la successiva difesa della sede del partito rimangono una delle più importanti azioni”militari” dello squadrismo torinese.
A Giovanni Porcù Del Nunzio venne intitolata la sede rionale del Partito fascista di Mirafiori, oggi sede del Commissariato di Polizia. Al giovane squadrista fu anche dedicata una statua in bronzo in Piazza Castello distrutta dagli antifascisti dopo la diffusione della notizia della caduta del governo Mussolini.
Via Amos Maramotti venne ribattezzata via Luigi Capriolo, partigiano morto durante la guerra civile. Amos Maramotti, squadrista, morì a soli diciannove anni durante l’assalto alla Camera del Lavoro. A Maramotti fu dedicata la sede rionale del Partito fascista oggi trasformata nella scuola Santorre di Santarosa.
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