Un’operatrice sanitaria di una casa di riposo del torinese licenziata perché si è rifiutata di vaccinarsi contro il coronavirus. Il giudice del lavoro Federica Fabaro, del tribunale di Ivrea, ha dato ragione ai vertici della cooperativa sociale Clavasius di Chivasso.
La cooperativa, rappresentata in giudizio dagli avvocati Massimiliano Elia e Luca Fazzini, avevano sospeso dal servizio e lasciato senza stipendio l’operatrice no vax. La sentenza è di inizio Agosto. La salute pubblica, secondo la procura, prevale sulla libertà individuale. Quindi una persona non vaccinata non può assistere gli anziani, per definizione soggetti fragili, senza esporli al rischio di contagio. La donna è un’italiana di 54 anni.
Ha presentato ricorso contro il provvedimento di sospensione dei suoi datori di lavoro, che è stato respinto. Nella sentenza si precisa anche che l’obbligo vaccinale non è in contrasto e anzi è previsto dalla Costituzione. E che i vaccini attualmente somministrati sono autorizzati da tutti gli enti che hanno competenza per farlo.
La sospensione potrà avere fine se la dipendente deciderà di vaccinarsi. La sentenza è tra le prime che danno ragione ai datori di lavoro che sospendono i dipendenti no vax. Soprattutto se devono stare a contatto con soggetti fragili.