Il vicesegretario del Partito Democratico, Peppe Provenzano, questa mattina aveva postato su Facebook una sua riflessione nei riguardi della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Scrivendo: “ieri la Meloni aveva la grossa opportunità di tagliare definitivamente i ponti con il mondo neofascista. Ma ha preferito parlare dal palco dei neofranchisti di Vox España“. E conclude dicendo che “le parole utilizzate in quel contesto la collocano fuori dell’arco democratico e repubblicano”.
Dopo qualche ora il politico e critico d’arte Vittorio Sgarbi commenta il post di Provenzano scrivendo: “Tutti i partiti votati in democrazia fanno parte dell’arco democratico e repubblicano. Al contrario nei paesi comunisti ciò non avviene”.
Sgarbi contro Provenzano
Continua Sgarbi “se il PD invece si riconosce in Togliatti, complice di Stalin, e ha visto la famiglia Castro al potere con i dissidenti uccisi o ancora in carcere, per un esponente della destra democratica è lecito coltivare il pensiero di Giovanni Gentile, ucciso dagli antifascisti. E il pensiero di Luigi Pirandello” – e conclude dicendo che – “questi sono principi come nessuno nega l’importanza dell’urbanistica e dell’architettura fascista riconosciuta dall’UNESCO (fascista anche l’UNESCO?). Si tratta di radici e l’accostamento al neofascismo ha lo stesso senso dell’accostamento del nome Provenzano a quello del suo omonimo mafioso”.
Molto duro l’attacco del critico d’arte, che supera con i like lo stesso post di Peppe Provenzano. Che ne aveva 3.400, contro oltre 7.000 reazioni.