“Se viene fuori che gli steward non c’erano per problemi di soldi siamo morti”. È il messaggio che Chiara Appendino, allora Sindaco di Torino, ha inviato al suo capo di Gabinetto Paolo Giordana. Solo due giorni dopo la tragedia di piazza San Carlo, il 3 giugno 2017, quando durante la proiezione della finalissima di Champions League fra Juventus e Real Madrid, un’ondata di panico tra la folla provocò 1.500 feriti e, più tardi, la morte di due donne.

La conversazione (risalente al 5 giugno 2017) è stata illustrata oggi in Corte d’Assise dagli avvocati Claudio Strata e Giancarla Bissattini. Difensori di uno dei nove imputati con rito ordinario, il viceprefetto Roberto Dosio. Mentre sia Appendino che Giordana sono già stati condannati in primo grado il rito abbreviato.

La tesi di Strata e Bissattini è che il viceprefetto Dosio e la Commissione provinciale di vigilanza (da lui presieduta) non possono essere considerati responsabili per le omissioni di altri soggetti. Sulla mancanza degli steward, per esempio, hanno sottolineato che “nessuno informò la prefettura”.

Appendino e “piazza San Carlo” in tribunale

“Il primo giugno – hanno spiegato – l’agenzia Turismo Torino, cui il Comune affidò l’organizzazione, scrisse alla questura che per ragioni economiche non era possibile predisporre un servizio di steward. Quindi ci pensarono le forze dell’ordine, mobilitando in tutto un centinaio di agenti. Ma di questo la Commissione rimase all’oscuro. Diversamente, dato che quella dello steward è una figura professionale altamente specializzata, avrebbe dato delle indicazioni precise su come regolare l’attività”.

Nella chat, Appendino chiede a Giordana “sapevamo che la questura ci aveva chiesto di mettere gli steward? E che non avevamo soldi?”. Il capo di gabinetto rispose che “non era una richiesta” perché si trattava di una circolare generale (firmata dal capo della polizia pochi giorni prima) “valida per tutta Italia”. E inoltrata a Turismo Torino. Quindi aggiunse che “se gli steward fossero stati indispensabili ci avrebbero dovuto mettere quella prescrizione. Non lo hanno fatto. Affari loro”.

“Io – fu la replica della sindaca – non la farei così semplice. Su ‘sta roba verrà fuori un merdone unico”. Quanto alle altre contestazioni mosse a Dosio, per la difesa è una “illazione” sostenere che la Commissione di vigilanza non visionò il progetto della manifestazione. “Una nota della Prefettura, relativa al lavoro che era stato, dimostra esattamente il contrario. A meno che non si voglia dubitare della Prefettura”.

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