Sabato sera, su Rai1, la puntata speciale di “Techetechetè” è stato uno speciale su Lucio Battisti.
Questo è bastato per riportare Battisti ai primi posti della cronaca e, anche se ormai è mancato 22 anni fa, ancora oggi le sue canzoni sono ispirazione ed emozione per gli italiani. E ne siamo felici, per cui vogliamo aiutare anche noi questa nuova ventata di aria fresca di Lucio.

Impossibile che qualcuno non abbia mai sentito una sua canzone, anche i più giovani ci sono per forza venuti a contatto in un locale, con un amico, in un film o in una pubblicità. Impossibile elencare le tante canzoni di Battisti, soprattutto in collaborazione con Mogol, che sono nelle nostre teste. Sicuramente leggendo questa articolo stiamo già canticchiando “le bionde trecce gli occhi azzurri e poi” o “tu chiamale se vuoi… emozioni” o chissà quale frase. La Siae dice addirittura che Lucio Battisti avrebbe venduto in tutto il mondo 523 milioni di copie, più di Michael Jackson, Madonna o Elton John, per intenderci.

Lucio Battisti nacque il 5 marzo del 1943 a Poggio Bustone, vicino Rieti quindi.
Non vi tediamo con la sua vita che potete sicuramente trovare meglio descritta su siti del settore, ma la musica ha sempre fatto parte della sua vita, anche se alcuni famigliari pare fossero contrari.
La vera svolta però arriva proprio quando viene presentato a Mogol e nel 1967 compongono “29 settembre”, cantato dall’Equipe 84 e portato al successo. L’anno dopo Battisti canta “Balla Linda” al Cantagiro (quarto posto) e conquista le classifiche di vendita.

Possiamo riassumere le vicende così: vedendo il successo delle sue composizioni, ad un certo punto fu proprio Battisti a voler cantarle lui stesso, per dargli, fino in fondo, la sua visione e personalità. L’esplosione totale è nel 1969, con “Un’avventura” al Festival di Sanremo.

Ultimamente Mogol, intervistato da Rolling Stones, parlando proprio di Battisti disse così: “ricordo il suo sorriso. Era radioso, davvero irresistibile! Lui studiava tantissimo. Tutto quello che ha prodotto è perché lo ha prima immagazzinato. Conosceva la musica più nuova in circolazione”.

Grazie Lucio, ci hai lasciato un patrimonio inestimabile.

Vi lasciamo col video del 1969 a Sanremo.

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