Non si parla di una categoria che sta avendo un collasso finanziario a causa del Covid-19 e della negligenza del governo. Ovvero i giostrai, che animano e accendono la gioia nelle paesi e città.
Nessun ristoro e nessun aiuto dal governo
Maurizio Scandurra, autore di un’analisi sugli effetti della pandemia sul settore lo spiega bene: “Luna-park e spettacoli viaggianti sono al collasso. Sono a rischio due anni consecutivi di fatturato” spiega.
“I proprietari di giostre in Italia sono circa 15mila, l’equivalente dei dipendenti dell’Ilva di Taranto nel periodo migliore. Sono famiglie itineranti numerose, titolari di ditte individuali con ricavati annui netti oscillanti in media tra i 25 e i 30mila euro. Dedotte le spese per il mantenimento delle attrazioni tra collaudo, manutenzioni e certificazioni di sicurezza, costi di suolo pubblico ed elettricità per il loro funzionamento, trasferte, assicurazioni, contributi, personale proprio e reperito in loco per il montaggio e smontaggio delle giostre”.
“Una categoria fortemente penalizzata anche dal fatto che la scorsa estate, con le regole sul distanziamento sociale, è stato ridotto il numero di attrazioni presenti nei parchi di divertimento. A ciò – conclude Scandurra – si aggiunga anche l’insufficienza dei contributi. E le complesse lungaggini burocratiche per ottenerli, del Fondo Unico per lo Spettacolo incrementato dal Governo proprio a metà febbraio”.