Non è uno scherzo né una sceneggiatura satirica: Movimento 5 Stelle, Azione e Forza Italia hanno davvero votato insieme. A farli incontrare non è un improvviso slancio di ideali comuni, ma un calcolo cinico e perfettamente orchestrato nel Consiglio Comunale di Rivoli. Un voto che svela molto più di quel che sembra: un’alleanza innaturale, tattica, figlia del puro opportunismo.
Quando anche i principi diventano negoziabili
Il casus belli è il voto per la Commissione di Nomina dei Giudici Popolari. Un atto formale, di routine. Eppure, proprio lì, M5S, Azione e Forza Italia hanno fatto fronte comune, facendo eleggere il grillino Michele Boulanger e mettendo all’angolo Fratelli d’Italia e Lega, gli altri partiti d’opposizione.
Un voto che ha il sapore di una pugnalata politica, sferrata con apparente eleganza, ma ben lontana da qualsiasi coerenza. Il risultato? Un’alleanza tra partiti che, in teoria, non dovrebbero nemmeno parlarsi.
Promesse da Capigruppo… rimangiate in un attimo
Ciò che rende tutto più grottesco è il tradimento di un accordo raggiunto poco prima, durante la riunione dei Capigruppo: lì si era deciso, all’unanimità, di designare Federico Depetris (Fratelli d’Italia). Ma al momento del voto, Azione e Forza Italia hanno cambiato spartito, scegliendo di appoggiare i 5 Stelle senza nemmeno avvisare.
“Dove sono finiti il rispetto istituzionale e la lealtà politica?” si chiedono i partiti di centrodestra. Al momento sembrano sacrificati sull’altare di un’intesa lampo, forse utile oggi, forse funzionale a qualche tornaconto futuro.
Azione, la lista civica e la confusione ideologica
C’è un dettaglio che rende tutto ancora più imbarazzante: la consigliera di Azione è in consiglio comunale grazie alla lista “Rivoli nel cuore”, civica del centrodestra legata ad Alberto Cirio. Ma oggi sostiene un candidato del M5S insieme a Forza Italia. Una giravolta politica che dimostra come, a Rivoli, le etichette elettorali valgano meno di un post su Facebook.
Il pluralismo? Qui ha assunto i contorni del trasformismo, e sembra che il principio guida sia diventato uno solo: “Meglio un accordo utile oggi che un’idea coerente domani.”
Il M5S e la memoria corta
Fa quasi tenerezza pensare a quando il Movimento 5 Stelle prometteva di “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”. Ora a Rivoli si ritrova a cena con Forza Italia, quella stessa Forza Italia che un tempo incarnava per i grillini tutto il marcio del “sistema”.
Dove sono finiti i Vaffa Day, l’antipolitica, la coerenza etica?
Probabilmente sepolti sotto qualche mozione condivisa. O magari barattati per una poltrona in più.
E adesso? Occhio al laboratorio Rivoli
Questo voto è solo una casualità o la prova generale di un nuovo fronte politico? Non si sa. Ma una cosa è certa: a Rivoli si è rotto qualcosa. La fiducia, la trasparenza, la logica delle alleanze. E forse anche il rispetto per gli elettori, che hanno votato immaginando opposizioni ben distinte, non un minestrone post-ideologico.
In un’Italia dove la politica cambia pelle con disinvoltura, Rivoli rischia di diventare un modello. Ma più che un laboratorio, qui sembra di assistere a un esperimento da Frankenstein: cuciture forzate, teste diverse, e un unico obiettivo – galleggiare, sopravvivere, contare qualcosa.






































