In quest’anno di pandemia, di dubbi e ritardi dei vaccini, spicca la storia di Michele Buniva.
Per molti secoli il vaiolo, considerato una malattia incurabile, decimò le popolazioni, mietendo nella sola Europa centinaia di migliaia di vittime. Il “vaccino” venne scoperto quasi per caso alla fine del 700, nelle campagne inglesi del Gloucestershire, da parte del medico condotto Edward Jenner. Egli notò che i contadini che entravano in contatto con il pus del cowpox, una malattia che colpiva le mammelle delle vacche con pustole simili a quelle del vaiolo umano, risultavano immuni a questa malattia.

Michele Buniva e il vaccino contro il vaiolo dall’Inghilterra al Piemonte

Anche il Piemonte vide le stesse sorti dell’Europa. Ma quando si scoprì il vaccino del vaiolo fu il medico pinerolese Michele Buniva (1761-1834) a introdurre per primo il vaccino di Jenner, in Piemonte. Bunivo dopo il viaggio in Inghilterra e aver appreso le tecniche vaccinali tornò in Piemonte. Fu subito nominato Presidente del Magistrato di Sanità (divenuto poi Consiglio Superiore di Sanità). Direttore della Scuola di Veterinaria, condirettore dell’Ospedale San Giovanni, professore di Igiene pubblica e privata, membro dell’Ospizio di Maternità.

Non solo vaccino

Il medico pinerolese fece delle campagne di sensibilizzazione alla popolazione, in un contesto di scetticismo influenzato dalla presenza della Chiesa.
Tra luglio e novembre del 1807 Buniva intraprese un vero e proprio tour vaccinale, iniziando dalle Valli di Lanzo, proseguendo per quello di Susa, e toccando infine Pinerolo, Poirino, Carignano e Casale.

Il suo scopo non era esclusivamente quello sanitario, ma anche sul piano igienico. Propose la costruzione di nuove fontane per aumentare la disponibilità di acque potabili. Fece aprire bagni pubblici, migliorò le condizioni di vita negli ospedali e nelle carceri, cercò di contenere la sifilide. Istituì ispezioni sulle derrate alimentari, incentivò lo studio dei parassiti delle piante e il contenimento delle epidemie negli allevamenti.

Un pioniere sanitario piemontese, quello si cerca oggi, col covid.

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