Dopo ben otto anni dalla dismissione dello Space Shuttle (fu lanciato per la prima volta in orbita il 12 aprile 1981, e terminò la sua missione il 21 luglio 2011) gli americani riprendono le missioni spaziali con equipaggio verso la International Space Station (ISS) con un vettore statunitense, e non più utilizzando la navetta russa Sojuz.

Nel caso particolare sabato 30 maggio 2020, alle ore italiane 21.22.45 (ore 3.22 pm locali), abbiamo assistito al secondo lancio di collaudo (chiamato DEMO2, di NASA e Spacex, società privata di Elon Musk) del razzo vettore Falcon 9 portante in orbita la capsula Crew Dragon di Spacex, dalla base di Cape Canaveral in Florida (dalla stessa piattaforma 39° del Kennedy Space Center da cui venivano lanciati i vettori SATURNO con la navicella APOLLO), in presenza del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump. Infatti il primo lancio di collaudo dell’accoppiata Falcon 9 – Crew Dragon portò in orbita la capsula con a bordo un manichino di test; la capsula si agganciò alla ISS con successo e poi ritornò sulla Terra con altrettanto esito positivo. Questa volta invece l’equipaggio è costituito da due astronauti della NASA, Bob Behnken e Doug Hurley, la cui missione consiste nel verificare l’efficienza e l’affidabilità della navicella Crew Dragon per il trasporto di astronauti da e verso la ISS. La missione è stata caratterizzata da circa 20 ore di volo in orbita intorno alla Terra, per poi raggiungere la ISS ed effettuare l’aggancio automatico ad essa; è prevista una permanenza dei due astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale di quattro mesi. L’aggancio alla ISS è avvenuto domenica 31 maggio 2020 alle ore italiane 16.20 (ore 10.19 am locali). Alla fine della permanenza sulla ISS la Crew Dragon riporterà sulla Terra in automatico i due astronauti dell’equipaggio.

La conquista dello Spazio continua

Infatti la ripresa dei voli USA con propri vettori verso la ISS dimostra il fatto di voler prolungare la vita della stessa ISS in previsione di future missioni, da qui a qualche anno, che porteranno nuovamente la presenza dell’uomo sulla Luna. Il 2024 potrebbe essere l’anno in cui la NASA farà scendere gli astronauti sul terreno lunare.

Verranno effettuate missioni NASA con lanciatore e capsule dedicati (una specie di Saturno 5 e navicella Apollo ultra moderni) che porteranno gli astronauti ad agganciarsi alla futura nuova Stazione Orbitante Lunare; da quest’ultima gli astronauti, tramite un modulo di trasporto dedicato, scenderanno sulla Luna e viceversa, il cosiddetto “Progetto Artemis Base Camp”. Tale progetto prevede nei prossimi anni appunto una tappa su una base operativa sulla Luna, dove gli astronauti faranno una preparazione adeguata, per poi proseguire verso Marte. Al progetto Artemis Base Camp della NASA darà un notevole contributo di carattere tecnologico l’Italia (naturalmente con l’ASI) coinvolgendo un’eccellenza piemontese nel settore aerospazio, la Thales Alenia Space di Torino, in cui già sono stati realizzati diversi moduli abitativi componenti la Stazione Spaziale Internazionale, in cui tutt’ora vengono realizzati:

  • i moduli per il rifornimento di quanto necessario per il mantenimento della ISS;
  • le parti importanti della navicella ORION, che si attaccherà alla Stazione Lunare;

Thales Alenia Space realizzerà anche i componenti principali e strutturali sia della Stazione Lunare sia del modulo di discesa sulla Luna.

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