Nella giornata di ieri la prima sentenza del processo partito dall’inchiesta “Cerbero”, finalizzata alla lotta alla Ndrangheta in Piemonte. Quasi 240 anni di carcere e 48 condanne. Tra le accuse, a vario titolo, associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti.
‘Ndrangheta in Piemonte, 48 condanne
La pena più alta inflitta sono stati 19 anni di carcere. Nell’ambito dell’inchiesta figurano 85 imputati di cui 62 hanno chiesto il rito abbreviato, due però sono deceduti e un terzo è in attesa di estradizione dal Brasile.
Alcune delle condanne
Queste alcune delle condanne: 17 anni a Bruno Pezzolato, 14 anni e 6 mesi a Michelangelo Versaci. La famiglia Agresta: condanne per Antonio, capo indiscusso della famiglia (10 anni), per Natale, Francesco. Due associazioni finalizzate al narcotraffico internazionale di droga sono state smantellate. I giudici hanno riconosciuto una provvisionale di 15 mila euro al Comune di Volpiano e di 10 mila euro alla Città di San Giusto.
Con la sentenza, il giudice ha confermato l’impianto accusatorio che aveva individuato, in provincia di Torino, due locali della ‘ndrangheta, una a Volpiano, considerata la principale, e una San Giusto Canavese alle dipendenze delle quali secondo gli investigatori ci sarebbero stati due cartelli del narco traffico operanti nella zona di Chivasso e Torino.