Dopo la protesta della scorsa settimana dopo la quale vi era stata la promessa di un incontro con il prefetto, i tassisti hanno replicato oggi incolonnando le proprie auto (circa 300) con partenza dall’Allianz Stadium percorrendo corso Grosseto, girando poi in corso Giulio Cesare per poi passare davanti al comune e per poi finire dinanzi alla prefettura.

Solo Fabrizio Ricca, assessore regionale allo sport con delega alla sicurezza, aveva incontrato dei rappresentanti della categoria dopo prima protesta. L’incontro con la prefettura promesso la scorsa settimana e poi saltato, si è invece concretizzato in data odierna. Ora i tassisti attendono un incontro con l’amministrazione comunale.
Il motivo della protesta è sempre lo stesso, ma oggi ancor più attuale e sempre più urgente: “tutelare la categoria già parecchio in crisi dopo il primo lockdown di Marzo, da una prospettiva di lockdown più o meno light che metterebbero in ginocchio definitivamente i tassisti”.
Abbiamo intervistato Vito Catalano, tassista da 12 anni, che ci ha parlato della protesta di questi giorni:

Vito, ci dici i motivi della protesta:

Con queste nuove limitazioni causa Covid non abbiamo avuto alcun aiuto di tipo strutturale, hanno chiuso parzialmente bar e ristoranti e vogliono dare un’ulteriore stretta, quindi anche se siamo operitivi H 24… se non abbiamo clienti chi trasportiamo?

Come ne è uscita la categoria dopo il primo lockdown di Marzo e Aprile?

Ne è uscita parecchio male e stiamo ancora andando male, fra smart working e paura del Covid, sono stati pochi o clienti che anche dopo il lockdown hanno ripreso il taxi. Poi senza turisti ancora peggio…

Aiuti concreti ne avete avuti?

Come tutte le partite Iva: i miseri 600 euro. Lo Stato ha fatto poco, il governatore Cirio ci ha invece aiutato e di questo lo voglio ringraziare, ma questi aiuti hanno messo solo una pezza.

Se ci dovesse essere un altro lockdown come lo vedi il futuro del taxi a Torino?

La vedo nera, non solo per noi ma anche per le altre attività. Molte saranno costrette a chiudere e saranno sempre meno quelli che prenderanno il taxi. Per noi sarà letteralmente un disastro.

Cosa chiedete al governo e alle istituzioni locali?

Al governo chiediamo aiuti di ogni tipo ma più che altro alla sindaco Appendino, che a quanto pare ci ha dimenticato in quanto dovevamo collaborare insieme a Gtt per il trasporto pubblico, ma ci ha completamente ignorati in quanto ha preferito far collaborare dei privati non menzionandoci. Ricordiamo che noi siamo un servizio pubblico gestito dal comune!

Questa è stata una protesta di carattere sindacale?

La trattativa con le varie istituzioni è stata portata avanti inizialmente dalle sigle sindacali, ma vedendo la scarsa recettività da parte di chi dovrebbe ascoltarci, la protesta di oggi è stata di carattere spontaneo. Anche io sono un sindacalista, sono segretario provinciale del settore Taxi del sindacato Confintesa, come gruppo sindacale abbiamo fatto tanto, sia in ambito economico che gestionale, spero ora che ci ascolti finalmente anche l’amministrazione comunale.

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