(Adnkronos) – "Il suicidio di un giovane è sempre una sconfitta collettiva. Stiamo fallendo nel nostro ruolo educativo nel momento in cui non riusciamo a trasmettere il valore assoluto del rispetto verso l'altro". Così Teresa Manes, la mamma di Andrea Spezzacatena, uno studente del liceo Cavour di Roma che veniva deriso a scuola perché considerato omosessuale e si tolse la vita il 20 novembre 2012, commenta all'Adnkronos la tragedia del 13enne che si è suicidato a Palermo forse perché vittima di bullismo. "Sono storie che non si vorrebbero mai sentire dopo 10 anni perché si immagina che sia maturato, se non consolidato, quel percorso di crescita, di sensibilizzazione a favorire il cambiamento culturale – sottolinea la madre di Andrea – Quando arrivano queste notizie lasciano l'amaro in bocca, ci dovremmo interrogare un po' tutti come comunità educante". Andrea soffriva e veniva additato come 'il ragazzo dai pantaloni rosa'.  "Quando i ragazzi toccano con mano quello che può scaturire dal bullismo vengono colpiti e tutto ciò lascia uno spunto di riflessione profondo", continua Manes che ha raccontato il dramma del figlio nel libro 'Andrea – Oltre il pantalone rosa', edito da Graus e incontra gli studenti nelle scuole per sensibilizzare. "Io insisto sul bullismo inconsapevole che si annida nella violenza psicologica e verbale che nasce da un retaggio culturale – conclude – Spesso si usano parole senza dargli un peso, ma dall'altra parte c'è una persona che per quella parola inappropriata soffre e la sofferenza scava all'interno dell'animo umano. La violenza psicologica è forse quella più grave e subdola". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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