Esiste lo sport, o esistono solo gli interessi? A questa domanda ha risposto il governo, che sembra aver fissato l’inizio del campionato di calcio al 13 Giugno, lasciando invece ancora senza speranza i cosiddetti sport minori. In Italia non esiste più la cultura dello sport e non esiste più ormai la cultura di quella che fu definita “l’arte nobile” ovvero il pugilato.
La boxe e in generale gli sport da combattimento prevedono un contatto fisico accentuato, anzi chiaramente si basano sul contatto fisico. E invece il calcio? Uno sportivo professionista che pratica lo sport nazionalpopolare per eccellenza, ha undici possibilità in più in una partita di contrarre il virus, anche perché soprattutto a livello professionistico il calcio vive di contatto fisico.
È naturale che gli sport da combattimento si sentano penalizzati, ma è normale purtroppo che il Dio danaro del mondo del pallone prema per poter iniziare, in un contesto sicuramente di rischio.
Quindi lo sport ha nulla a che vedere con le decisioni del governo, e fino a quando non si avrà una vera cultura sportiva in Italia, che insegni anche i valori degli sport da combattimento, non riusciremo a creare un modello di valori basati sulla lealtà sportiva e di valori come il coraggio e il senso dell’onore. Ma questa è un’altra storia.