In aumento i casi di cinghiali morti di Peste suina africana tra Piemonte Liguria. E’ quanto risulta dal rapporto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, che ha sede a Torino. Risultano 25 i casi accertati, 14 in Piemonte e 11 in Liguria.
Peste suina tra Piemonte e Liguria analizzato il 50% dei campioni
I dati sono aggiornati al 26 gennaio e riguardano il periodo dal 27 dicembre 2021, quando è stato trovato, a Ovada (Alessandria) il primo cinghiale morto.
Le analisi di laboratorio hanno riguardato campioni prelevati da 139 carcasse di cinghiale, 101 provenienti dal Piemonte, 38 della Liguria.
Tutti i casi positivi riguardano l’area infetta (114 Comuni tra Piemonte e Liguria) con una percentuale del 50% rispetto ai campioni analizzati (50).
Tutti negativi, invece, gli esiti delle analisi dei campioni biologici prelevati nell’area di confine (10 km), in tutto 18, e i 71 in arrivo portati dalle altre aree delle regioni.
Peste suina: Wwf, basta allevamenti intensivi
La diffusione di peste suina e influenza aviaria in Italia secondo il Wwf “è legata all’insostenibilità delle condizioni di allevamento intensive di suini e di pollame, oltre che all’aumento dei contatti tra specie selvatiche e specie allevate.
Per combattere le epidemie di peste suina e influenza aviaria, sempre secondo il Wwf occorre “rivedere completamente i sistemi di allevamento intensivo; ripristinare e proteggere gli habitat naturali e la ricchezza di biodiversità. Gestire in modo corretto le specie selvatiche, svincolando la gestione dagli interessi commerciali. Inoltre, contrastare il bracconaggio e il commercio illegale di specie selvatiche; rafforzare il sistema di sorveglianza nazionale sulle zoonosi. Infine, fondamentale, ridurre il consumo di carne e altri prodotti di origine animale.