Ambulanti in protesta, in piazza Castello davanti alla prefettura, questa mattina. “Nessuno nega il virus, ma non siamo noi il virus”. Sono le parole accorate di Giancarlo Nardozzi, presidente nazionale del GOIA. Nardozzi ha parlato da un banchetto composto da bancali, che i mercatali hanno allestito nella piazza davanti proprio alla Prefettura di Torino. Secondo le stime circa duecento ambulanti del settore extra alimentare di Torino e provincia, si sono uniti alla protesta. La loro esasperazione ha raggiunto il culmine con le ultime normative che hanno di fatto bloccato totalmente le attività.

“Non siamo noi che dopo un anno non abbiamo fatto quel che si doveva per risolvere la situazione – ha affermato Nardozzi – Non possiamo essere considerati gli untori. E poi, parliamoci chiaro, oggi qui la piazza è bella piena, perché invece di darci il permesso per protestare non ci danno il permesso per lavorare?”.
Nardozzi, che è uno dei rappresentanti Nazionali degli ambulanti, se la prende così con il governo “colpevole in un anno di non aver fatto abbastanza”.

Piazza Castello, le parole degli ambulanti in protesta

“Chiediamo di poter tornare a lavorare – chiede a gran voce -. Abbiamo letto la bozza ristori e non c’è nulla che ci permetta di andare avanti. La nostra preoccupazione è la ripartenza. Abbiamo chiesto al Governo un tavolo per poter parlare di come si possa ripartire. Quasi tutte le altre categorie sono aperte. Noi siamo all’aria aperta e ci considerano comunque gli untori. Non è che se domani si potrà cominciare nuovamente a lavorare le cose andranno automaticamente a posto. C’è chi per esempio ha comprato capi di abbigliamento primaverili e che li terrà in magazzino. Solo chi fa questo mestiere può capire i nostri problemi. Altrimenti sarà un bagno di sangue” conclude Nardozzi. Nelle prossime settimane sono previste altre iniziative.

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