Nel 2019 per le edizioni Einaudi è stato pubblicato “L’Architettrice” romanzo storico di Melania G. Mazzucco su Plautilla Bricci detta Briccia, la pittrice romana del XVII, celebre per essere divenuta la prima donna architetto della storia.
Nel romanzo si ripercorre, in cinquecentoquarantasette fitte pagine, tutta la vita della “Briccia”, figlia del pittore di scarso successo Giovanni Bricci, che però fu anche scrittore di talento e scienziato mancato, un vero e proprio genio poliedrico che trasmetterà tutto il suo sapere a quella figlia anticonvenzionale che ha sempre desiderato imitarlo.
Le dense pagine dell’opera ci offrono uno spaccato della Roma seicentesca, una città eterna capace di rinnovarsi in ogni epoca ed animata da artisti di grande talento (la protagonista entrerà anche in contatto con il Bernini) e dilaniata dalle lotte politiche all’interno della Curia divisa tra i sostenitori del partito “francese” e quello “spagnolo”. In mezzo a tutto questo fermento, lentamente, ma con grande determinazione, una donna di acuta intelligenza e grande talento si afferma prima come pittrice e poi come architetto.
Plautilla Briccia, grazia all’appoggio dell’abate Elpidio Benedetti, oscuro agente diplomatico del potentissimo cardinale Mazzarino e suo factotum in Roma, potrà così progettare la celebre e quasi leggendaria “Villa Bendetta”, nota anche come la “Villa del Vascello” per le sue azzardate linee simili a quelle della prua di una nave.
L’architettrice romana progetterà anche la Cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi, sempre a Roma.
Purtroppo di Villa Benedetta (sita nei pressi di Porta San Pancrazio), il capolavoro della Briccia, non è che rimasto un suo rimaneggiamento. La Villa infatti venne pesantemente danneggiata nel 1849 durante l’assedio alla Repubblica Romana condotto dalle forze francesi ansiose di cacciare Mazzini ed evitare che il “virus” dell’irredentismo e del repubblicanesimo si diffondesse in Italia.
Il romanzo della Mazzucco racconta una bella storia di genio, coraggio, inventiva ed anticonformismo che merita di essere conosciuta anche dal grande pubblico e non solo nel ristretto ambito degli eruditi e degli accademici.
La “povera” Plautilla, senza mezzi economici, ma solo con la propria perseveranza ed il proprio talento riuscì ad imporsi prima come pittrice (anche se non raggiunse mai le vette artistiche della contemporanea Artemisia Gentileschi) nel ristretto e competitivo mondo degli artisti romani, per poi riuscire laddove nessuna prima di lei aveva osato: diventare architetto, vincendo i pregiudizi del suo tempo.