Processo d’appello per l’omicidio di Alessandro Gino, il motociclista degli Hell’s Angels. Ucciso da un colpo di pistola vicino a Giaveno (Torino) nel gennaio del 2017.
Oggi sono stati ascoltati cinque testimoni, la maggior parte dei quali ha detto di non riuscire a ricordare quanto riferirono agli investigatori nell’immediatezza dei fatti. “Ero in stato di choc perché c’era un mio amico che stava morendo e un altro ferito a terra. I carabinieri mi interrogarono, ma io oggi non sono in grado di confermare le dichiarazioni che resi in quell’occasione”.
Il processo di oggi riguarda la posizione di Manuel Morisciano, 24 anni, difeso dagli avvocati Andrea Cianci e Gian Paolo Zancan. Che in primo grado era stato assolto dai reati più gravi. Secondo l’accusa Gino morì durante una specie di spedizione punitiva contro il gruppo di Hell’s Angels che si era radunato in località Aquila. Dopo un litigio, Erik Romano, il figlio Claudio (giudicati separatamente) e lo stesso Morisciano tornarono sul posto. Con un’auto con cui travolsero un biker e dalla quale partì anche un colpo di pistola.
La ricostruzione dei fatti è stata sempre contestata dalle difese degli imputati.