Il processo di primo grado in Corte D’Assise, che ha coinvolto Eni e Shell sulle presunte tangenti nigeriane, si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati. Erano stati chiesti otto anni per l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi. E per Paolo Scaroni, il suo predecessore. Accusati di scambio di tangenti pari a 1 miliardo e 92 milioni di dollari con la Nigeria. Secondo i giudici però “il fatto non sussiste”.

In merito alla vicenda, il Deputato Osvaldo Napoli (Cambiamo!) afferma “Otto anni fra indagini preliminari e processo, per concludere che il fatto non sussiste. La vicenda delle tangenti nigeriane si è rivelata l’ennesima bufala giudiziaria. Una bufala che ha procurato danni incredibili: alla società Eni, agli imputati tenuti sulla corda per tanto tempo e non meno grave il danno reputazionale procurato all’Italia. Parliamo di danni morali ed economici per i quali è difficile fare una stima sia pure approssimativa. Aggiungo: e i danni provocati alla credibilità della giustizia e della magistratura? Il ministro Cartabia è attesa da un lavoro enorme. Riportare la durata del processo entro i limiti costituzionali del ‘giusto processo’ è la svolta che tutti aspettano da decenni. Rinviarla ancora, per non dispiacere a Travaglio e ai pochi sanculotti rimasti sulle barricate, significherebbe una condanna irreversibile per la credibilità della politica e dell’Italia”. 

Rispondi