Verso le elezioni di Torino: abbiamo intervistato Fabrizio Ricca, leader torinese della Lega – Salvini premier.

Dalla storica sconfitta del 2016 contro i Cinque Stelle il centrosinistra pare che non abbia imparato la lezione, visto che, secondo gli ultimi sondaggi, al primo turno potrebbe perdere con il candidato civico appoggiato dal centrodestra, l’imprenditore Paolo Damilano.

Il villaggio gallico, come è stata spesso definita Torino in quanto da queste parti il Pd e compagni hanno spesso resistito mentre sul resto d’Italia i Dem e sinistra perdevano pezzi, potrebbe essere conquistato anche dal centrodestra. Impensabile fino a pochi anni fa.

Ne abbiamo parlato con Fabrizio Ricca, coordinatore cittadino della Lega – Salvini, capogruppo in consiglio comunale e assessore regionale piemontese. Abbiamo cercato di fare un quadro della situazione torinese e nazionale. Senza dimenticare che il centrosinistra per battere in un eventuale ballottaggio Damilano avrà bisogno proprio dei Cinque Stelle. Già, di quell’amministrazione Appendino che molti torinesi contestano e che si sono detti pentiti di aver votato.

Elezioni Torino, l’intervista a Fabrizio Ricca (Lega)

Partiamo subito dai Cinque Stelle, da chi sta lasciando Palazzo di Città. Quali sono gli errori che, secondo il suo punto di vista, Chiara Appendino ha fatto? I cinque anni pentastellati quali danni hanno portato alla città?

Chiara Appendino ha fatto molti errori: in primo luogo quella di essersi presentata alle Elezioni con una serie di militanti che avevano visioni completamente diverse sul futuro della città. Questo ha fatto sì che a Palazzo Civico regnasse il caos e fosse impossibile prendere decisioni. I danni sono sotto gli occhi di tutti: in primo luogo con una rinuncia totale a ospitare grandi eventi o ad aprirsi a qualunque tipo di opportunità potesse arrivare in città. Ad esempio le Olimpiadi… ma i casi sono molti.

Siete, secondo i sondaggi, il primo partito di coalizione. Siete voi che avete scelto un candidato civico come Paolo Damilano e in caso di vittoria potrebbe nascere sotto la Mole un centrodestra a trazione leghista. La gente dei quartieri che incontrate ai vostri banchetti, ad esempio, cosa vi chiede? Qual è secondo lei il cambiamento che vogliono e perché stanno scegliendo voi per questo voltar pagina?

I quartieri chiedono principalmente sicurezza, rispetto ed attenzione. Sicurezza perché le periferie in questi ultimi 5 anni si sono sentite abbandonate. Non è solo colpa di Appendino, ma anche delle precedenti amministrazioni del PD. E qui spiego il rispetto: mentre il PD non parlava nemmeno di periferie, Chiara Appendino aveva basato tutta la campagna elettorale sulla riqualificazione delle zone più lontane dal centro. C’è la sensazione, nei cittadini, di essere traditi. Noi nelle periferie invece ci siamo sempre stati e continueremo.

Non solo periferie: lavoro e viabilità sono temi centrali per i cittadini… qual è la ricetta per salvare Torino dal baratro?

Quando parliamo di sicurezza non ci riferiamo esclusivamente all’importante lotta alla microcriminalità. Sicurezza è un termine più vasto che include tanti altri tipi di serenità nel vivere la città. In questa voglia di “sicurezza” è focale infatti anche il tema del lavoro. Perché Torino sta vivendo un grave momento di crisi economica e lavorativa, è sotto gli occhi di tutti. La prima cosa che dovremo fare, in caso di vittoria, sarà fare in modo che il nostro territorio sfrutti al massimo le potenzialità di cui dispone. Mi riferisco al tessuto industriale e manufatturiero. Ma non solo: servono idee e qui diventa focale il ruolo del Politecnico e di Città degli Studi. Sono in grado di attirare aziende, di investire e di creare lavoro.

Domanda cattiva: ma cosa vi differenza dai vostri alleati di coalizione? In sostanza, perché votare Lega e non Fratelli d’Italia ad esempio?

La Lega è un partito che ha da sempre dimostrato di poter rappresentare una opposizione dura e intransigente. Ma allo stesso tempo ha dimostrato di saper governare con una solida formazione governativa. E lo dimostrano le città e regioni governate da esponenti leghisti. Abbiamo dimostrato di saper governare anche in momenti caotici e critici. E quindi siamo pronti a dare il contributo a Damilano con i nostri eletti che più saranno e più incideranno.

Lei da anni è stato sui banchi dell’opposizione in Sala Rossa. Secondo lei la Lega è pronta a governare questa città? Sapendo che chi vince eredita buchi nei bilanci, ma anche buche nelle strade?

Si, come ho detto prima siamo pronti. Perché le opportunità per sanare i buchi di bilancio ci sono se si sanno coglierle. E ci sono sempre state, anche durante la gestione 5 stelle! Anche il tema delle buche stradali poteva tranquillamente essere già affrontato da questa giunta. I soldi si sceglie come amministrarli: qualcuno pensa di usarli per migliorare le strade, altri per fare piste ciclabili…

Nella politica nazionale il centrodestra è leggermente diviso, essendo la Lega al governo e FdI in opposizione, ad esempio. Può essere un problema per la coalizione a Torino o c’è unità per i problemi locali?

Non è un problema. Assolutamente. Perché l’amministrazione degli enti pubblici risponde a regole differenti rispetto al governo nazionale. Il principale compito di un Comune è, per esempio, fare il bene del cittadino. Ma anche perché ci troviamo ormai di fronte a un centrodestra maturo che, pur con delle differenze, è stato sempre capace di fare la sintesi quando le circostanze lo richiedevano.

Ringraziamo Fabrizio Ricca per questa intervista esclusiva.

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