Chiunque di noi possieda una formazione giuridica è a conoscenza della circostanza che il sostantivo “responsabilità” deriva dal participio passato “respònsus” del verbo “respòndere”, ovvero rispondere a qualcuno o a sé stessi delle proprie azioni.
In ambito politico si usa oggi il termine “Responsabile” per indicare chi, contravvenendo al proprio pensiero, alla propria provenienza culturale, agli impegni assunti nei confronti dei propri elettori, decide di tradire il mandato ricevuto per ragioni di interesse personale riconducibile agli irragionevoli emolumenti che, approfittando del regime giuridico amministrativo operante interna corporis e caratterizzante i propri atti, il Parlamento si autodetermina.
Nelle ultime ore il termine “responsabile” è stato edulcorato in quello di “costruttore”. In questo caso non possiamo non osservare come esistano i buoni costruttori, ovvero coloro che nel lungo periodo lasciano ai posteri opere di rilevante importanza funzionale e dignità estetica, ed i cattivi costruttori, ovvero coloro che lasciano, a titolo esemplificativo, viadotti e ponti che crollano, case costruite con amianto e decorate esternamente con piastrelle da latrina anziché con marmo travertino od ancora autostrade interrotte nel bel mezzo della loro estensione in luogo di opere pubbliche di primaria importanza.
Curiosamente i primi anziché essere apprezzati e ricordati per i propri meriti vengono vilipesi e screditati, forse perché la natura umana stenta a riconoscere l’altrui superiorità e quando questa emerge in termini oggettivi tende a sminuirla gettando immeritato discredito. I secondi invece ricevono lodi ed apprezzamento in quanto nel consorzio umano i cialtroni sono di numero superiore rispetto ai galantuomini e tendono normalmente ad identificarsi con i propri pari o simili. La chiamata a raccolta dei responsabili politici, oggi promossi al rango di – non buoni – “costruttori ” in vista del voto parlamentare di “fiducia ” previsto per l’inizio della prossima settimana avalla la correttezza dell’analisi sin qui svolta e conferma come al mondo non vi sia nulla di più comune dei ciarlatani e degli sprovveduti che nei primi ripongono fiducia.