Sgominata a Torino un’organizzazione che consentiva a diversi stranieri di percepire il sussidio pur continuando a risiedere fuori dall’Italia. Cinque le misure cautelari. Le indagini della Guardia di Finanza hanno condotto all’arresto domiciliare una dipendente di un patronato. E sono quattro gli obblighi di firma nei confronti di altrettanti cittadini romeni.

La donna lavorava presso l’Istituto di Patronato “Ente Nazionale Assistenza Sociale ai Cittadini Caf Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori”. Che avrebbe inoltrato numerose richieste al portale dell’Inps, finalizzate a consentire l’indebita erogazione del reddito. Domande in cui, secondo gli inquirenti, almeno 314 persone, prevalentemente cittadini romeni, avevano dichiarato falsamente di risiedere a Torino per beneficiare beneficiato del reddito. La donna, insieme al marito, utilizzando documenti e dichiarazioni false, presentava le istanze senza che ci fosse il requisito previsto dalla normativa di risiedere da almeno dieci anni in Italia. Di cui gli ultimi due in modo continuativo.

I quattro romeni creavano invece il contatto tra i coniugi e i beneficiari della truffa residenti in Romania.

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