Al coro di voci che lamentano scarsa qualità nelle mense torinesi si aggiunge pure quella degli agenti di polizia. Lo rende noto Luca Pantanella, segretario generale Fsp Polizia di Stato Torino.
“Nelle caserme di via Veglia e Corso Valdocco la situazione è da mesi fuori controllo, nonostante le segnalazioni in tal senso inoltrate all’Amministrazione e direttamente anche al Signor Questore”.
Al centro della polemica la stessa società che gestisce le mense scolastiche cittadine, già attenzionata dal Comune di Torino per le ampie proteste pervenute dalle famiglie degli studenti.
Mense torinesi, le parole di Luca Pantanella (FSP Polizia Torino)
“Ogni giorno sono più di 500 gli agenti che siedono a pranzo e cena nelle nostre strutture, per un volume complessivo di oltre 12.000 pasti mensili consumati. La mensa è un servizio fondamentale, specie in un momento in cui la ristorazione ha subito rincari importanti, e mangiare fuori giornalmente per lavoro diventa improponibile soprattutto per i nuovi assunti”.
“Chiediamo – aggiunge Pantanella – il rispetto degli accordi in termini di qualità e quantità che devono essere garantiti per l’intero orario di apertura, evitando che chi arriva per ultimo resti a bocca asciutta. I colleghi che a mensa si portano il baracchino preparato a casa è un fatto ormai ricorrente che testimonia la gravità del contesto”.
Approfondisce ancora il segretario generale provinciale Fsp Polizia di Stato Luca Pantanella: “Lamentiamo inoltre altre gravissime lacune, a cominciare da porzioni ridotte e risibili, assenza di personale in numero adeguato che cagiona code e lungaggini producendo in molti agenti la rinuncia al pasto per essere puntuali nell’inizio del servizio. A ciò si aggiunga altresì il fatto che spesso il menù e lo stesso, venendo meno, da parte della società fornitrice, a quella variegata pluralità di scelta prevista dai capitolati dei contratti di appalto. Tutto questo, in più, peggiora la qualità della vita professionale dei nostri agenti, costretti a turni massacranti per far fronte una imponente carenza di organico che, allo stato attuale, stimata, fatto ormai noto anche ai media a livello nazionale, attorno alle circa 500 unità. Va rilevato altresì il rapporto inversamente proporzionale che denota come aumentino i servizi a fronte della diminuzione del personale effettivamente impiegabile”.