Non fu uccisa Laura Tortella, la 91enne che nel novembre 2017 venne trovata morta nella sua abitazione di Piovà Massaia, nell’Astigiano. E’ questo il motivo per cui il figlio 57enne Gianni Ghiotto, che nell’agosto 2020 confessò ai carabinieri di averla soffocata, a gennaio è stato assolto dal giudice Federico Belli “perché il fatto non sussiste”. E’ quanto si ricava dalle motivazioni della sentenza.
Non fu dunque un omicidio del consenziente. E neppure l’estremo gesto di pietà di un figlio costretto da troppi anni ad assistere la madre gravemente malata.
“La confessione non è attendibile. L’imputato, quando dopo quasi tre anni ha raccontato di aver commesso l’omicidio della madre, non ha mentito. Ha riferito qualcosa di cui è intimamente convinto, Ma che non corrisponde alla realtà dei fatti”, scrive il giudice nelle motivazioni. (Rriportate dal dorso astigiano del quotidiano La Stampa).
Anche sulla base della consulenza psichiatrica, il giudice afferma che “il figlio è passato dal rimproverarsi per non avere accudito al meglio la madre a ritenersi responsabile per il decesso della donna. Arrivando a convincersi di averla uccisa lui”.
La pensionata soffriva di osteoporosi. Stando all’esperienza medica una pressione sulla faccia con un cuscino per 5-10 minuti, come ha sostenuto di aver fatto Ghiotti, avrebbe causato lesioni evidenti al volto.