Intorno al 28 a.C. il castrum romano originariemente insediato da Caio Giulio Cesare nel corso della sua spedizione in Gallia, venne trasformato in una colonia romana ribattezzata Julia Augusta Taorinorum per volontà di Cesare Ottaviano Augusto.
Nella fascia di terreno pianeggiante tra il fiume Po, la Dora e la Stura, furono tracciati il cardo ed il decumano e la città prese forma per giungerci, con la sua caratteristica forma a scacchiera, sino ai giorni nostri.
Gli insediamenti romani precedenti alla fondazione della città sorsero nell’area in cui probabilmente era prima collocata la capitale dei taurini, una popolazione celtico-gallica storicamente alleata di Roma, di cui si sono perse completamente le traccia.
La leggenda vuole che i taurini nel 218 a.C. furono assediati da Annibale giunto in Italia per distruggere Roma. Il grande generale cartaginese offrì alla fiera popolazione dei taurini la possibilità di arrendersi a patto che si arruolassero nel suo esercito che marciava contro l’Urbe.
I taurini, pur essendo in evidente inferiorità numerica e senza alcuna possibilità di liberarsi dall’assedio, rifiutarono, mantenendo fede alla loro alleanza coi romani.
Dopo soli tre giorni i cartaginesi vinsero le resistenze dei taurini e la loro capitale ed i loro villaggi furono distrutti.
I romani, di passaggio per invadere la Gallia, in omaggio ai loro antichi alleati dedicarono prima un semplice accampamento e poi una città-colonia in loro onore: Augusta Taorinorum.
La fondazione della colonia sulle rive del fiume Po si inseriva nella più ampia politica augustea di penetrazione culturale e politica dell’Italia.
All’epoca di Augusto, l’Italia aveva ormai una propria connotazione culturale e politica: il nome dell’Italia, da quel momento in maniera irreversibile, si legherà indissolubilmente a quello di Roma e la prima non potrà più esistere senza l’altra e viceversa.
Nell’opera Res Gestae, il testamento politico di Ottaviano Augusto, il principe ha scolpito a beneficio dei posteri il suo particolare legame con l’Italia tutta, divenuta ormai estensione di Roma e sua parte integrante.
Ricordava Augusto nelle sue memorie, come al momento della sua elezione e Pontefice Massimo, fosse confluita da tutta Italia una grande moltitudine di genti per festeggiare la sua elezione alla principale carica religiosa romana.
Ed ancora, in maniera ancor più significativa, Ottaviano espose come tutta l’Italia, spontaneamente, gli giurasse fedeltà (“iuravit in mea verba tota Italia sponte sua“) prima della battaglia di Azio contro l’alleato di un tempo Marco Antonio, che aveva ormai “tradito” Roma per la regina egiziana Cleopatra.
Dopo Azio, Roma, nel solco della tradizione, si rinnoverà completamente vivendo l’apogeo della sua Civiltà, gettando le basti per la prosperità dell’Italia intera.
Augusto creò decine e decine di colonie in tutta Italia, destinando generosi appezzamenti ai suoi soldati al termine del periodo di ferma, modificando, così, la geografia antropica della penisola e costruendo una nuova pulsante realtà culturale, etnica e politica: una Nazione.
L’indissolubile legame tra Roma e Torino non fu mai dimenticato. Nemmeno nell’epoca dei regni pre-unitari, quando i Savoia miravano a Roma per completare l’Unità e poter ricongiungere così l’Urbe all’Italia.
E fu poi Mussolini (VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=OkDiEhLK10c )a regalare a Torino, prima capitale del moderno Regno d’Italia, le statue di Giulio Cesare ed Ottaviano Augusto che ancora oggi adornano le Porte Palatine della città, a suggellare il legame eterno ed indissolubile tra Roma e Torino, tra Roma e l’Italia.