Il tribunale di Torino ha assolto 21 ultras del Torino Calcio dall’accusa di violazione del Daspo. I tifosi erano stati incriminati per aver frequentato un’area vietata attorno al campo di allenamento della squadra o vicino allo stadio durante le partite. La giustizia ha stabilito che la loro condotta non configura un reato penale.
Il nodo della contestazione: un ritrovo storico
Gli ultras, pur sottoposti a Daspo, si ritrovavano abitualmente in un bar di via Filadelfia, considerato un punto di riferimento storico per i tifosi granata. L’accusa sosteneva che questa frequentazione violasse le restrizioni imposte. Tuttavia, secondo i legali difensori Flavio Campagna e Debora Lazzaro, la normativa non punisce comportamenti privi di pericolo concreto, come quelli dei tifosi, che non hanno causato disordini o violenze.
Una decisione importante per la giustizia sportiva
La sentenza chiarisce un punto cruciale: il Daspo è una misura volta a prevenire episodi di violenza, non a penalizzare abitudini sociali pacifiche. Gli avvocati hanno sottolineato che i controlli, effettuati dalla Digos a febbraio, non hanno rilevato situazioni di rischio o comportamenti violenti da parte degli imputati.
I fatti e le conseguenze
- Controlli effettuati tra il 4 e il 22 febbraio 2024 dalla Digos.
- Daspo in vigore da 1 a 7 anni, inflitti in periodi precedenti.
- Giudizio immediato richiesto dalla Procura, ma respinto dal tribunale per mancanza di pericolo concreto.
Un precedente significativo
Questa sentenza stabilisce un importante precedente per la giustizia sportiva e per la gestione dei Daspo, evidenziando la necessità di distinguere tra comportamenti realmente pericolosi e quelli legati alla tradizione e al supporto pacifico alla squadra.