La notizia arriva dagli Usa, dove il governo potrebbe lanciare pillola anticovid entro la fine dell’anno. Un progetto che rientra in un programma da 3,2 miliardi di dollari, attraverso cui il governo americano sosterrà lo sviluppo di alcuni farmaci. Le pillole antivirali potrebbero arrivare quindi entro la fine del 2021.
Un nuovo farmaco che permette a chiunque, non appena compaiano i primi sintomi, di assumerlo e fermare sul nascere il coronavirus. E’ quanto riporta un articolo del “New York Times“.
La prospettiva è di ampliare la disponibilità di trattamenti e creare, al tempo stesso, una piattaforma per lo sviluppo di nuove soluzioni contro virus ad alto potenziale pandemico. Le vaccinazioni sono ingranate a ritmi sempre più intensi negli Usa, Europa e altri paesi occidentali. Ma i ritardi che si registrano altrove e la proliferazione di varianti fanno temere un regresso rispetto alle ambizioni di tenere sotto controllo la pandemia.
Pfizer e la pillola anticovid
Un altro farmaco che ha ricevuto l’attenzione del governo USA è l’AT-527, già efficace contro l’epatite C. Che secondo le prime analisi potrebbe funzionare anche contro il covid. Anche l’azienda farmaceutica Pfizer è in prima linea nella ricerca di una pillola anticovid. E ne sta sviluppando una a partire da una molecola creata nei primi anni 2000 per combattere la SARS.
Il ruolo dei vaccini. Le dichiarazioni di Anthony Fauci
Sul tema interviene anche il celebre immunologo Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive. E’ sicuramente tra i primi sostenitori del programma e ha affermato di non vedere l’ora che le persone possano ritirare le pillole antivirali in farmacia.
“Mi sveglio la mattina, non mi sento molto bene, il mio olfatto e il mio gusto sono andati via. E ho mal di gola: chiamo il mio medico e dico che ho il Covid e ho bisogno di una prescrizione”. Ha detto nel corso di un’intervista, dimostrando la semplicità di gestione di una evoluzione di questo tipo.
“All’inizio della pandemia, ha spiegato l’esperto, i ricercatori avevano iniziato a testare gli antivirali esistenti nelle persone ricoverate in ospedale con gravi forme di Covid-19. Molti di questi studi non hanno mostrato alcun beneficio da parte degli antivirali stessi. Gli scienziati, adesso, sanno che il momento migliore per cercare di bloccare il coronavirus è nei primi giorni della malattia. Quando il virus si sta replicando rapidamente e il sistema immunitario non ha ancora messo in piedi una difesa. Ed è da questo punto che sono partiti per lavorare ai futuri farmaci contro il Covid”.
I vaccini
Anche se le vaccinazioni di massa restano l’arma cruciale contro la pandemia, una maggiore fornitura di farmaci giocherebbe “un ruolo strategico”. Spiega al Sole 24 Ore Giampiero Mazzaglia, professore associato di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Milano Bicocca. “Poiché il virus va incontro a mutazioni frequenti – spiega – nonostante le tecnologie attuali permettano di produrre in tempi relativamente brevi vaccini efficaci per nuove varianti potenzialmente resistenti ai vaccini attualmente in uso, sarà essenziale avere a disposizione nel nostro bagaglio terapeutico anche farmaci antivirali. In grado di agire contro un’infezione attiva da Sars-Cov-2».