Domani, venerdì 23 Dicembre, davanti al tribunale di Torino Bruno Caccia, si terrà un presidio promosso dal ‘Comitato Uniti per i bambini’. L’argomento della manifestazione verterà sul tema del ‘diritto dei bambini alla loro famiglia’. I manifesanti lamentano che molti bambini “siano stati sottratti ai propri genitori solo per motivi di business. Senza tenere conto delle sofferenze e dei traumi a cui i minori possono andare incontro, oltre alla divisione di fatto della famiglia naturale e tradizionale”.

Salvatore Salerno è il promotore nonché presidente del ‘comitato uniti per i bambini’ e definisce il “Sistema Piemonte” al pari del Sistema Bibbiano. Da anni si batte per i diritti dei bambini ad avere una famiglia unita, stabilendo questo come un “principio fondamentale che dovrebbe essere al centro di ogni scelta”.

Il comunicato che annuncia la mobilitazione

“I bambini hanno diritto alla loro famiglia. Secondo la legge italiana e le convenzioni internazionali, un bambino ha il diritto a mantenere un rapporto stabile con la sua famiglia, anche in caso di separazione”.

Si prosegue con la denuncia del comitato e l’attacco al sistema che – a loro dire – genera guadagno: “In alcuni casi i bambini sono costretti per anni ad incontrare i genitori nei luoghi neutri. Questo genera certamente un guadagno per le cooperative, ma non rispetta il diritto del bambino alla sua famiglia. Inoltre è innegabile che questo possa generare un trauma grave per il minore. Si distrugge l’affettività. Queste pratiche sono abominevoli”.

“Spesso – prosegue -gli operatori non permettono nemmeno un abbraccio, una foto. Negano, anche sotto le richieste dei minori, una semplice passeggiata. I bambini vivono una privazione continua con il risultato di distruggere ogni rapporto. Abbiamo ricevuto molteplici testimonianze dai genitori. In un caso ci è stato riportato di un bimbo scappato dalla comunità che è stato portato in una comunità terapeutica dove non poteva più scappare e tornare a casa della madre”

E ancora: “Abbiamo saputo di un ragazzo che ha riferito agli operatori del 118 che è stato bullizzato in comunità e allontanato dalla madre. Abbiamo ascoltato genitori che dopo per aver denunciato la compagna o il compagno, si sono visti portare via il bambino per essere collocato in comunità. Se lo scopo era quello di dare lavoro alle cooperative per fare fluire soldi pubblici e farsi degli amici, l’obbiettivo è stato certamente stato raggiunto. Ma c’è chi dice no al lucro sulla pelle dei bambini”.

L’appello alla politica

Infine un appello a tutte le forze politiche alle istituzioni: “ci rivolgiamo a tutte le forze politiche ed tutte le istituzioni. Noi e tutte le associazioni aderenti, chiediamo che si ritorni ad uno stato di diritto, che le comunità siano chiuse come prevedeva già la legge del 149 del 2001, che sia garantito un equo processo. Che la legge sia rispettata e che la procura indaghi su queste criticità, riconosciute anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli affidi. Noi cittadini siamo a fianco della Procura a sostegno della giustizia”.

L’annuncio della manifestazione: “per tale scopo il giorno 23 dicembre saremo in presidio dinanzi la Procura di Torino per manifestare il nostro appoggio alla Procura”.

Annuncia la presenza anche il responsabile torinese di Italexit con Paragone, Matteo Rossino, da subito in prima linea a difesa dei diritti dei bambini e dei loro genitori. “I bambini – afferma Rossino – devono crescere insieme alla propria famiglia, ovvero mamma e papà. Non in strutture che sfruttano le fragilità per i propri business. Per questo domani sarò al fianco di Salvatore e dei genitori del Comitato Uniti per i Bambini, per dire mai più Bibbiano“,

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