Di ritorno da Lisbona, mi fiondo come mio solito nella lettura dei soliti petulanti quotidiani italiani. Brutto vizio. Si torna a parlare di “Razzismo” e “Collocazione Internazionale”, qualcuno si azzarda a definire questa tornata elettorale “di portata storica”.
Sarà per questo che, anche per chi li ha richiesti con largo anticipo, non sono stati resi ancora disponibili i moduli per la raccolta firme. E sarà sempre per questo che è stato impedito sia il voto elettronico che la firma digitale (valida però per i referendum).
L’opposizione così non avrà neanche la possibilità di presentarsi alle elezioni e organizzare una campagna elettorale degna di questo nome. In soccorso di Luigi Di Maio è però arrivato Tabacci e la deroga alla raccolta delle firme che ne consegue. I cavilli renderanno il partito del Ministro degli Esteri l’unico certo della salvezza dalla tagliola della raccolta firme lampo in 10 giorni.
In realtà chiunque si intenda di diritto e di realpolitik è ben consapevole che la reale valenza di queste elezioni è pressoché nulla. Tutti i principali partiti fanno a gara ad “essere atlantisti” e ad “ottenere la fiducia “dell’Ue e degli Stati Uniti” , “giurando fedeltà alla Nato“. In fondo il presidente del consiglio dei ministri della Repubblica italiana non è altro che Sindaco della “Regione Italia” dell’Ue di cui deve applicare pedissequamente norme, leggi quadro, regolamenti e direttive. É poi dotato di marginali poteri amministrativi sulla “portaerei della Nato nel Mediterraneo”.
L’unica cosa su cui le principali forze politiche saranno divise saranno “l’ideologia gender” e “l’immigrazione di massa”. Unici temi, quelli di natura etico-morale, sui quali è ancora prevista una limitata sovranità popolare. Il tema principale dovrebbe essere il recupero della nostra sovranità e della nostra indipendenza, senza di esso non avremmo mai il benessere economico che tutti noi auspichiamo. Il futuro appartiene a coloro che possono cambiarlo.