Il buon Bruno Vespa ha fatto una bella mossa scrivendo questo suo nuovo libro dal titolo “Perché l’Italia amò Mussolini“. Edito da Mondadori (casa presente al Salone del Libro al contrario della bersagliata Altaforte), soprattutto a livello mediatico sta riscuotendo parecchio successo. Pubblicità del libro su tutte le reti televisivi e su molti quotidiani dell’area sovranista, oltre che le varie ospitate televisive.

Nel libro Vespa parla di come l’Italia fascista sia stata rispettata e seguita dall’estero, mettendola a paragone col governo attuale. Il sottotitolo è, appunto, “e come è sopravvissuta alla dittatura del virus”.

Vespa e il libro su Mussolini: è ‘apologia’?

Il conduttore televisivo, in questi giorni, è stato accusato sui social di apologia di fascismo. L’attacco soprattutto per le frasi, dette come ospite ad Agorà su Rai Tre, in cui spiegava come Mussolini abbia creato i contratti nazionali, l’INPS e la settimana di 40 ore, grazie al consenso che aveva.
I cosidetti “democratici, dopo aver sentito queste parole, ha riempito di minacce sia lui che la presentatrice Luisella Costamagna.

Ma Vespa ha ragione

I leoni da tastiera che li hanno attaccati dovrebbero aprire la propria mente con volumi scritti non solo da “fascisti”, come in questo caso. L’Italia, prima della guerra in Etiopia del 1935-36, godeva di stima internazionale da parte di USA, Gran Bretagna e Francia. L’Italia fascista era definita una nazione modello, opinione che cambiarono proprio con l’annessione dello stato africano all’impero italiano e successivamente.

È sicuramente un libro che darà vari spunti di riflessione, soprattutto perchè scritto da una persona superpartes come Bruno Vespa.

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