Il problema dei senzatetto è ri-esploso da quando Appendino e la Giunta torinese hanno scelto di chiudere l’hub di piazza d’Armi, essendo finita la stagione “fredda” (e, quindi, più a rischio) ed essendoci stato il problema sanitario legato al CoronaVirus.
Sappiamo benissimo che questo annoso problema di povertà e vagabondaggio ha origini antiche, dal PD – prima – ai 5 stelle – dopo – nessuno è riuscito a ridurlo o a trovare delle soluzioni istituzionali. Così si creano dei disagi grandi a chi cerca di vivere un quartiere o a lavorarci, e benchè non venga mai meno l’umanità dal basso, hanno ragione i commercianti ad arrabbiarsi perchè reggono situazioni invivibili, anche a rischio sanitario.
“Sono giorni che c’è questa situazione in via Po tra il civico 29 e il 31″, inizia così la lamentela dei commercianti, ma c’è dell’altro “oltretutto urinano attaccato ai pilastri, all’angolo tra via Po e via Rossini, cosa molto grave in tempi COVID-19”. Ebbene sì, la disperazione non deve mai portare ad altre esasperazioni, chi ha la fortuna di avere un negozio non deve pagare gli errori delle amministrazioni allo stesso modo che chi non ha un tetto sulla testa dovrebbe averlo.
Queste esasperazioni si allargano al malessere diffuso “possibile che non ci siano vigili ad occuparsene e che il Comune non prenda provvedimenti per lo sgombero? Dov’é la sicurezza sanitaria?” è un’altra domanda che viaggia tra i commercianti di via Po. E’ evidente che se alla TV vediamo super-droni rincorrere la gente solitaria in spiaggia mentre di fronte a casa si hanno queste cose, il cittadino qualche domanda se la fa.
Non ci si deve girare intorno: i problemi ci sono e non devono crearne ad altri. Chi è stato votato per amministrare è colui che deve risolvere. A questo servono le elezioni e a questo comporta scrivere la parola “sindaco” prima del proprio nome.