Ha picchiato e segregato in casa la moglie sofferente di depressione. Con questa accusa un italiano, residente in Comune del circondario di Torino è processato in tribunale.
Il caso, su cui indagarono i carabinieri, emerse nel novembre del 2018. Quando la donna – che nel 2010 aveva perso un dito dopo un incidente sul lavoro – fu visitata in ospedale.
“All’inizio – ha testimoniato in aula una assistente sociale – faticava a ricordare. Era impaurita e chiusa in se stessa. Poi, un po’ alla volta, raccontò tutto e ci permise di formalizzare una denuncia. Spiegò che era costretta a stare in casa dall’estate precedente e che viveva nel terrore: iniziava a tremare quando sentiva la chiave nella serratura. Controllai se altre volte fosse passata al pronto soccorso: arrivava ma non diceva niente perché era sempre accompagnata dal marito”.
“Spesso – ha detto una vicina di casa – sentivo le urla di lui e i pianti di lei. Quell’uomo gridava come un lupo”.
In aula l’accusa è sostenuta dal pm Barbara Badellino. La donna è costituita parte civile con l’avvocato Sveva Insabato, mentre l’imputato è assistito dall’avvocato Alessandro Melano.