L’assedio di Torino è una delle battaglie più celebri combattute in Piemonte, che mise a dura prova non solo l’esercito, ma l’intera popolazione della Capitale Sabauda. Circa 45.000 soldati furono chiamati alle armi per combattere contro le armate spagnole e francesi, la guerra non si svolse solamente in superficie ma il ruolo fondamentale fu giocato dai militanti che operarono nei sotterranei, dove furono scavati chilometri di gallerie nel sottosuolo di Torino, alcune venute alla luce poco tempo fa per la costruzione di un parcheggio.
In queste gallerie, i cunicoli venivano minati per essere poi fatti esplodere in un secondo momento, evitando le avanzate dei nemici e facendo franare le gallerie bloccando i soldati nemici.
Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706, mentre Torino è appunto assediata dall’esercito francese, Pietro Micca dà fuoco alla polvere da sparo per non consentire il passaggio alle truppe nemiche. Poiché una miccia lunga avrebbe impiegato troppo tempo, decide di impiegare una miccia corta. Muore travolto dall’esplosione e il suo corpo viene scaraventato a una decina di metri di distanza.
Questo fatto e questo coraggio permisero alla Cittadella di rimanere inviolata e diede un risvolto inaspettato al conflitto, data la forza dell’esercito francese.
La battaglia del 7 settembre fu quella che poi decretò la fine della guerra, dove le truppe austro-piemontesi, respinsero definitivamente l’attacco degli assedianti costringendoli alla fuga. L’odierno Borgo Vittoria porta nel suo stesso nome l’esito di quell’impresa. L’appellativo si deve al fatto che in questa zona ebbe luogo una delle battaglie più risolutive dell’assedio franco-spagnolo.