Un settore in crisi di cui si parla poco: i condomini italiani vengono gestiti dagli amministratori di condominio. Una figura professionale che per la propria funzione riesce ad avere il polso della situazione economica e finanziaria delle famiglie italiane.
“L’amministratore va pagato” si dice, ma è chiaro che questo è un periodo in cui una crisi mai vista. Una crisi dovuta soprattutto dalla pandemia, ai milioni di italiani rimasti a casa con la cassa integrazione e ai tanti costretti a lavorare contingentati. La priorità non è sicuramente il pagamento delle rate del condominio, della gestione ordinaria e/o straordinaria. Per la serie “prima la pagnotta e poi il resto”.
Amministratori condominio e crisi, l’intervista a Claudio Bruno
Abbiamo intervistato l’amministratore Claudio Bruno dello studio Bruma, con sede a Grugliasco in via Montanaro 17/5 che amministra circa 20 stabili.
La sua testimonianza sulle difficoltà riscontrate ad amministrare gli stabili, a causa di una crisi senza precedenti.
Dott. Bruno, ci racconti la crisi degli amministratori di condominio
“La difficoltà che riscontro maggiormente è il pagamento delle rate condominiali. Chi ha difficoltà lavorative e che non ha un ristoro immediato, vedi la cassa integrazione o chi è stato costretto a chiudere anche solo parzialmente, difficilmente va a pensare di pagare le rate condominiali diventando inadempiente per cause di forza maggiore. La cosa prioritaria è il sostentamento della propria famiglia e continuare a pagare le rate del mutuo”.
I lavori ordinari e straordinari nei condomini sono bloccati?
“Lo Stato ha fatto uscire il super bonus del 110 per cento, ma ha dei cavilli tecnici che molte volte porta a invalidare la domanda”.
Esempio?
“La normativa prevede il raggiungimento minimo di due classi energetiche in più per i condomini tramite interventi trainanti (cappotto termico e le pompe di calore quindi raffrescamento e riscaldamento) e quelli trainati ( infissi e schermature solari). Per raggiungere le classe energetiche in più richieste, magari gli inquilini devono cambiare gli infissi delle abitazioni. Se ci sono- come spesso accade – degli abusi edilizi, la pratica “non passa”. Quindi i lavori si bloccano anche perché la spesa di adeguamento diventa onerosa. Di fatto la legge sul superbonus come al solito ha cavilli che per la maggior parte dei casi la rende inapplicabile”.
E di pagare il suo onorario non se ne parla immaginiamo?
“Si certo quello è una conseguenza che si ritorce a noi amministratori.
Noi amministratori dobbiamo però creare empatia e magari spiegare bene la rateizzazione ecc., ma ahimè non tutti lo fanno. E poi chi ha due soldi in questo momento non paga le rate. Se non si ha liquidità cioè lo stipendio tarda o peggio, qualche famiglia aspetta da sei mesi la cassa integrazione, converrà con me che la priorità non è più pagare il condominio”.
E le tasse?
“In alcuni comuni le tasse come la Tari o la Tasi sono addirittura aumentate, quindi oltre al danno i condomini hanno ricevuto anche la beffa”.
Le riunioni condominiali come procedono?
“Abbiamo provato online ma è risultato molto difficile, e così se non si fanno le riunioni non si fa la manutenzione soprattutto quella straordinaria. E molti stabili ne hanno davvero bisogno anche per la salute pubblica”.
La conversazione termina con uno sfogo da parte dell’ amministratore. “Questo lavoro di amministratore non è un passatempo, noi abbiamo delle responsabilità, alcuni miei colleghi se lo dimenticano a volte mettendo in cattiva luce la nostra categoria”.