Così è stato ritenuto l’agire di Appendino per l’organizzazione di piazza San Carlo, dal giudice che l’ha condannata a sei mesi. Il processo è per i fatti del 3 giugno 2017, in cui più di 1500 persone rimasero ferite e due morirono. Durante la finale di Champions league tra Juventus e Real Madrid.

Per il giudice Maria Francesca Abenavoli, Appendino ha compiuto delle scelte “frutto di un approccio frettoloso, imprudente e negligente. Trascurando di assicurare il dovuto rilievo anche nella fase di formazione della decisione agli aspetti connessi alla sicurezza”.

Piazza San Carlo, per il giudice era evidente il clima di insicurezza

“Decidendo di proiettare in piazza San Carlo la finale di Champions League, ha chiesto all’amministrazione e all’organizzatore di operare in condizioni la cui criticità era evidente. Disinteressandosi poi di tutti gli aspetti operativi”.
Secondo il giudice “Appendino designa per l’organizzazione dell’evento Turismo Torino e Provincia, ente strumentale della Città, che agiva in nome e per conto della stessa. Omettendo di considerare che il tempo a disposizione per organizzare la manifestazione, di soli quattro giorni, non avrebbe consentito un’organizzazione meditata, completa ed efficiente. Particolarmente sotto il profilo della sicurezza per la incolumità pubblica”.

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