Violenza sessuale nei confronti della figlia all’epoca minorenne, è l’accusa per la quale è stato condannato alla pena di 11 anni un uomo di 47 anni residente nel Canavese. Oltre alla condanna nei confronti dell’uomo vi è stata anche la condanna a un anno e sei mesi nei confronti della madre della ragazzina per intralcio alla giustizia: i giudici presieduti da Elena Stoppini hanno stabilito che la donna ha cercato di convincere la figlia a non denunciare il padre.
I fatti, dopo l’indagine della squadra mobile della questura di Torino, sarebbero andati avanti, secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta dal pm Chiara Molinari, tra il 2014, quando la giovane aveva 14 anni, e il 2018.
Il fidanzato aveva convinto la ragazza a denunciare le violenze con uno stratagemma, facendo finta di andare a un allenamento di nuoto – sua grande passione e sport in cui si era dimostrata una promessa e che lo stesso papà ne era il suo allenatore – venendo presa in consegna dalla polizia che l’ha accompagnata all’ospedale Sant’Anna per essere visitata.
L’avvocato Daniela Benedino, che ha rappresentato la giovane nel processo, ha ottenuto anche una provvisionale di 25mila euro. I genitori che sono stati difesi dagli avvocati Roberto Capra e Carmen Ammirati, continuano a proclamarsi innocenti e ricorreranno in appello.