Il periodo mette a dura prova i privati, ma è diventato anche insostenibile per il Comune di Torino, che sta preparando un piano energetico. I rincari di luce e gas potrebbero costare al Comune torinese 28 milioni più dello scorso anno. E se le cose non dovessero cambiare, l’anno prossimo il surplus potrebbe essere addirittura pari a 40 milioni.

Costi spaventosi, difficili e insostenibili anche per un ente pubblico.

Per queste ragioni il vide-sindaco Michela Favaro sta studiando con i suoi collaboratori un progetto avente lo scopo di contenere i costi. Che prima di tutto porteranno alla chiusura degli edifici comunali durante i ponti festivi. Ma il progetto è ancora più complesso: si ipotizza di liberare interi edifici che attualmente ospitano i dipendenti del Comune.

Il motivo è chiaro: un’azione del genere potrebbe consentire grandi risparmi su tutti i fronti. “Ma occorre preventivamente capire se il personale dà la propria disponibilità a lavorare in smart working. E in tal caso bisognerebbe investire in strumenti tecnologici”. Ha spiegato Michela Favaro.

Nel 2020, quando tutti gli uffici erano fermi a causa della pandemia, si erano spesi complessivamente 41 milioni di euro. Cioè l’equivalente dei costi sostenuti in poco più di metà del 2022.

Il discorso del sindaco Lo Russo fa chiarezza su questo problema “i Comuni non possono gestire un rincaro tariffario del 400-500% senza un intervento diretto del Governo. Oggi gli uffici comunali, soltanto per quanto riguarda l’energia elettrica, incidono nel bilancio delle casse pubbliche per circa 8 milioni di euro. E poi c’è il discorso del combustibile per il riscaldamento…Insomma, la situazione sembra sempre più insostenibile”.

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