Tutti abbiamo letto libri, o visto film, dei tempi della schiavitù. Tutti, quando li leggiamo, rimaniamo sconvolti nel vedere un sorriso per una piccola concessione del padrone. Per esempio quando, al posto del pane raffermo, viene dato un avanzo di coscia di pollo già rosicchiato. Magari lanciato per terra.
Però siamo nel 2021. C’è il Diritto, con la D maiuscola. Ci sono i diritti conquistati per i salari, gli orari, le possibilità, la libertà. Ed è proprio su questo punto che nasce la riflessione sulle “concessioni” di questi governi. Che sopprimono i diritti in nome delle concessioni. Un passo indietro mica da poco, filosoficamente parlando. Salvo poi stracciarsi le vesti per i diritti civili, quelli sono una battaglia politica e bacini di voti. Ma i diritti fondamentali sono messi in pausa.
Coprifuoco, vogliamo diritti non concessioni
Dovremmo essere grati delle concessioni, quando abbiamo conosciuto il Diritto? La risposta non può che essere no. Sono troppe le incongruenze nelle regole e soprattutto del coprifuoco. Un esercizio di potere senza giustificazione scientifica: il CTS ha già detto che “lo ha scelto la politica”. E poi pensiamo alle regole: tampone per viaggiare. Come dire: se hai i 20/30€ per fare il tampone, vai dove vuoi. Se invece sei messo male (come tanti dopo le scelte economiche dei governi Conte e Draghi) te ne stai a casa. Non ti puoi prendere un interregionale da 3 ore per andare in Liguria mezza giornata con tuo figlio. Ma intanto continuano gli sbarchi? Certo, quello sì che è un diritto…
Per questo dobbiamo trovare folle anche solo richiedere la “concessione” di poter uscire fino alle 23 anzichè alle 22. Non siamo adolescenti che hanno il permesso di fare un po’ più tardi. Non siamo un popolo timoroso secondo la storia della nostra penisola. Siamo lavoratori, siamo liberi, siamo famiglie, siamo adulti. Anche l’adolescente lotta per avere sempre qualcosa in più dai genitori. Non diamo retta a chi vuole il coprifuoco alle 23 anzichè le 22. Il coprifuoco va tolto immediatamente. E’ questo l’unico diritto, non siamo schiavi delle concessioni