Dubbi e perplessità sulla linea politica che il governo sta mantenendo nei confronti delle regioni, soprattutto sulla scuola.
Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, fa notare come il governo stia “scaricando la patata bollente” alle regioni, senza però mantenere gli accordi presi durante la Conferenza delle Regioni.

“Condivido l’impostazione di Draghi su alcune tematiche. Non condivido il fatto che sull’apertura delle scuole un accordo fatto in Conferenza delle Regioni il giorno prima sia stato modificato dal Consiglio dei Ministri. Perché il Consiglio dei Ministri quando scrive 60 o 70% ha finito i suoi problemi scrivendo quel numerino. Ma quel numerino si ribalta sulla vita delle persone”.

Alla presenza dei ministri Gelmini, Lamorgese, Bianchi e Giovannini, abbiamo concordato una linea, e abbiamo scritto 60% ma tendente al 100%. Perché noi vogliamo rimandare tutti a scuola, ma in sicurezza. E abbiamo anche detto ‘mandiamo al 100% il primo e l’ultimo anno delle superiori’. Se questo viene cambiato è un problema. – Sottolinea Cirio – e tutte le Regioni e le prefetture, che hanno competenza sui trasporti, si sono trovate stamattina a doversi riconvocare per cambiare questo numerino”.

“Questo è un esempio di come quello che si decide chiusi in un palazzo di Roma poi ha effetti nella vita reale. Cambiare questo numerino – conclude – è un cambio reale e sostanziale. Oltre a essere un problema di metodo, perché pacta sunt servanda”.

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