Olanda, Austria, Danimarca e Svezia hanno deciso ormai di formare una “sub-UE“, in cui fanno fronte comune e si scambiano favori a discapito degli stati del mezzogiorno europeo.
L’ultima proposta è quella di Mark Rutte, primo ministro olandese, che in accordo con i loro alleati nordici, hanno chiesto riforme in cambio dei prestiti, che dovranno essere peraltro tali e non trasformarsi in sovvenzioni.
Ma allora che aiuto sarebbe questo? Lo stato italiano qualora dovesse accettare una follia del genere, starebbe di fatto svendendo un’ulteriore pezzo di sovranità a delle nazioni che nel Parlamento Europeo già contano più di noi, pur essendo l’Italia uno dei membri fondatori, ma quasi mai beneficiaria da manovre uscite dai palazzi di Bruxelles e Francoforte.
Accettare queste condizioni sarebbe la mazzata finale per l’Italia, e come sempre a pagare caro queste decisioni sarebbero i cittadini, sotto forma di innalzamenti dell’età pensionabile, nuove leggi per i lavoratori, tagli alla sanità, all’istruzione e ai servizi pubblici.
Si deve solamente sperare che i governanti non assecondino questa “alleanza”, dato che non ne trarrebbe nessun vantaggio.