Vivere con un cane non è facile e chi vi dirà il contrario o mente o non vive con un cane.
Questa oggettiva difficoltà, che molto spesso rattrista o preoccupa le persone, deriva dal fatto che il cane è di una specie diversa dalla nostra, che parla una lingua diversa dalla nostra, ha ritmi e necessità diverse ed entrambi i conviventi, umano e cane, dovranno imparare a conoscersi, ognuno a modo suo accettando piccoli compromessi, affinchè le rispettive vite migliorino e non peggiorino.

Se tempo addietro, pur alle volte con crudezza, la differenza di specie veniva osservata e, a suo modo, rispettata o garantita (pensiamo ai cani liberi di muoversi da una cascina all’altra, liberi di riprodursi, ecc.), ora ai cani, nelle nostre caotiche città, inavvertitamente viene richiesto di non essere più “semplicemente cani” ma figli o sostituti di altro affetto, rinnegandone così l’identità di specie che gli spetta, ovvero predatori e guardiani.
Ai cani si impongono regole sociali umane di civile convivenza quali ad esempio essere accarezzati da tutti, non urinare o defecare in luogo non idoneo, non abbaiare, non ringhiare, non tirare al guinzaglio, impedendogli, in buona fede, di compiere scelte a volte molto sagge, di dialogare là dove necessario, di prendere distanza se ritenuto opportuno.

Il fatto di pensare che vivere con un cane sia facile, fa sì che gli umani adottino in canile il primo cane che piace esteticamente, non si documentino sul nuovo individuo che arriverà nella loro casa, non studino la sua lingua, non osservino in maniera oggettiva il suo comportamento ma viceversa traducano in “umanese” tutto ciò che il cane prova a dire, ridicolizzando comportamenti e posture che invece sono portatrici di significati profondi.
Ad esempio annusare a lungo un ciuffo d’erba non è “far perdere tempo cincischiando” ma può significare che il cane ha bisogno di tempo per prendere decisioni sulla situazione che sta vivendo, oppure che lì su quel ciuffo ci sono informazioni molto importanti da analizzare con calma, da interiorizzare; distruggere il divano di casa quando gli umani sono al cinema non è “fare un dispetto” ma dichiarare con grande energia che mi sono preoccupato, oppure che nessuno ha capito chi sono e che cosa mi fa stare bene, oppure ancora che mi sono annoiato e, siccome non ho le mani per fare il decoupage, ho usato la bocca.

Vivere con un cane non è facile: possono sorgere fraintendimenti e in un battito di ciglia il cane passa da “good boy” a “bad guy” perché non si è lasciato accarezzare, perché fa la pipì in casa o perché ringhia e non fa più entrare gli amichetti nella camera della bimba.

I cani sono persone canine portatrici della loro individualità, con pregi e difetti esattamente come noi umani, con talenti e debolezze, soggetti a sbalzi d’umore, alle volte schiaffeggiati dalle emozioni come ci è accaduto da adolescenti.
I cani non sono facili perché hanno carattere e storia sotto a quella scorza di pelo: noi umani chiediamo loro di “ubbidire” alle nostre regole sociali ostinandoci a piegarli sotto al nostro controllo, dedicassimo più tempo a capire davvero chi sono, forse la vita condivisa non sarebbe più facile, ma sicuramente molto, molto più interessante.

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