Si riapre il caso dell’omicidio di Adriano Lamberti, il carrozziere trovato senza vita in un locale di pertinenza di un Caf (centro di assistenza fiscale) a Torino il 23 marzo 2019. La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui la Corte di assise di Appello aveva condannato a 30 anni di carcere l’imputato, Marco Sapino, gestore del centro. Ordinando un nuovo passaggio davanti ai giudici del capoluogo piemontese.

Sapino è difeso dagli avvocati Fabrizio Bernardi e Mauro Ronco. Secondo le prime notizie, la Suprema Corte, accogliendo un ricorso dei due legali, ha escluso la premeditazione.

Il caso di Adriano Lamberti

L’imputato in aula affermò che durante una colluttazione furono esplosi accidentalmente due colpi di pistola. Che raggiunsero il carrozziere. A provocarne la morte sarebbero state però le numerose percosse alla testa vibrate con il calcio dell’arma.

Quanto al movente, secondo la ricostruzione originaria della procura i due avevano litigato intorno alla somma di 14 mila euro derivanti da una truffa a un’assicurazione.

“A questo punto – spiega la difesa – andrà ricalibrata la pena perché il reato non è più aggravato. La corte di Assise di appello, in composizione diversa da quella del giudizio precedente, dovrà rivedere la sanzione”.

“Le modalità complessive della condotta – proseguono i legali – hanno portato a dubitare, o comunque a non ritenere sufficientemente provato, che Sapino avesse premeditato l’omicidio”.

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