La delazione è stata da sempre, nella storia dell’uomo, giudicata un’azione spregevole, analoga al tradimento. I giuristi sanno che la prima deriva etimologicamente da “deferre” (deferire, denunciare) mentre il secondo deriva da “tradĕre”, ovvero consegnare qualcuno (ai nemici).
In questo momento di sovversione e sovvertimento culturale, in cui vi è l’esaltazione sistematica del sistema valoriale negativo, o meglio del sistema dis-valoriale, e il tentativo della sua sostituzione mediaticamente violenta con quello che è e resta l’idem sentire del Popolo italiano, non poteva certamente mancare l’elogio del comportamento miserabile per definizione, ovvero della delazione.
Il Sistema colpisce senza misericordia alcuna ogni forma di aggregazione, sia essa umana o sociale, e non esita a disgregare ogni comunanza ponendo deliberatamente gli uni contro gli altri. Ed ecco allora che appare il “figlio d’arte” televisivamente noto e progressista che si vanta di avere “delato”, ovvero denunciato, il proprio vicino di casa e pretende di fare apparire il proprio ignobile tradimento quale civico atto di responsabilità sociale.
Con ogni probabilità il Sistema lo avrà compensato con trenta denari, ma i rami dell’albero del suo giardino dovrebbero indurlo alla riflessione.