“La socialdemocrazia non ha nulla da offrire, solo perpetuazione della mancanza e invito all’oblio” . Questa frase contenuta in Serotonina romanzo del controverso scrittore francese Michel Houellebecq, fotografa meglio di milioni di pagine di studi accademici il fallimento della nostra civiltà contemporanea.
Siamo alla fine di un ciclo. Il nostro mondo sta crollando. Il problema è che la stragrande maggioranza delle persone dell’occidente pensa che siamo agli albori di una nuova era e non all’inizio della nostra “estinzione”.
Non vi è nulla di più vuoto e stucchevole delle società contemporanee in cui le elité culturali si sono da tempo avvitate su se stesse propagandando un grottesco egualitarismo che non ha nulla a che fare con la sacrosanta tensione verso la Giustizia. Ci stanno conducendo in una folle corsa verso l’amorfo e l’indistinto. Stiamo andando in contro ad un’esistenza disperante: un grande oblio ci attende e lo abbiamo voluto e costruito noi, un pezzo alla volta.
Tra gli autori contemporanei Michel Houellebecq è tra quelli che è riuscito meglio a cogliere la natura profonda (e avvilente) delle società europee contemporanee.
Nel suo discusso (ed imperdibile) romanzo Sottomissione del 2015, lo scrittore di Saint-Pierre (Riunione), immagina nella società francese del prossimo futuro l’ascesa del partito dei Fratelli Musulmani (noto movimento politico conservatore islamista). Si potrebbe pensare, leggendo la quarta di copertina, che il romanzo sia un atto di accusa nei confronti delle scellerate politiche immigrazioniste francesi (ed europee). Non è così. I Fratelli Musulmani inizialmente, è vero, si radicano nella Francia distopica immaginata dallo scrittore grazie alla presenza di una nutrita minoranza di immigrati musulmani, tuttavia il loro affermarsi come partito di massa lo devono alla permeabilità della società francese che si presenta “vuota”, priva di valori e di prospettiva.
La società “democratica” e “liberal” è un guscio vuoto in cui milioni di persone non riescono a trovare un posto: chi propugna valori forti ed è in grado di garantire sicurezza e saldi punti di riferimento, alla lunga potrà imporsi e creare consenso intorno a sé.
Le società amorfe del futuro, in cui tutti saranno costretti (almeno pubblicamente) a pensarla allo stesso modo, in cui i gusti musicali, culturali etc saranno i medesimi per tutti, saranno dannatamente noiose e destinate ad implodere o peggio ad essere oggetto di conquista.
“Una civiltà muore per stanchezza, per disgusto” ha scritto Houellebecq. E’ uno scenario possibile. Stiamo già andando in quella direzione.
Quello che Houellebecq forse non ha considerato è che il ribollente animo delle persone, il magma che sempre si agita nelle profondità degli uomini, è sempre pronto ad eruttare ed a ribellarsi con forza distruttrice.
Abbiamo, quindi, due possibilità. La prima è quella di continuare ad edificare le progressiste società socialdemocratiche del futuro (quelle, per intenderci, in cui le parole madre e padre saranno cancellate dal vocabolario) finendo con il morire di “noia” e “stanchezza”. La seconda possibilità consiste nel coltivare l’insaziabile voglia di avventura e libertà degli uomini.
Possiamo scegliere di farci risucchiare dall’oblio, oppure possiamo scegliere di esplorare ed attraversare l’oblio per domarlo e continuare ad esistere.