Per il Siulp di Torino il CPR è fondamentale per procedere ai rimpatri degli extracomunitari irregolari. In particolar modo per chi si è già macchiato di gravi delitti.

All’assenza di accordi bilaterali con i paesi di provenienza di molti extracomunitari, si aggiunge una situazione paradossale legata alle simulazioni del tentato suicidio. Che comportano la quasi immediata liberazione di extracomunitari dal CPR. Un pretesto grazie al quale riescono ad evitare il procedimento di espulsione dall’Italia.

Ad oggi risultano oltre un centinaio i soggetti liberati in circa un mese, ai quali si apre la porta del CPR. E possono tornare liberi di circolare nella città di Torino, con la sola intimazione a lasciare il Paese entro sette giorni.

Ma non solo: la simulazione del tentato suicidio comporta che questi extracomunitari debbano essere accompagnati in ospedale. Il piantonamento viene fatto in modo continuativo dalle pattuglie delle volanti dei Commissariati e dell’UPGSP, che vengono così distolte dal controllo del territorio. Per quasi tutto il turno di servizio.

Non solo un problema di immigrazione, ma anche un problema di compromissione della sicurezza dei cittadini. Che vengono privati del controllo del territorio della volante.

Il Siulp di Torino ritiene importante rappresentare con chiarezza quanto sta accadendo nel CPR di Torino, sensibilizzando i mass media, la politica e l’opinione pubblica di quanto sta accadendo tutti i giorni nel CPR. Attraverso una puntuale ricostruzione dei fatti scaturenti da questa condotta degli ospiti, agevolando una attenta riflessione sull’attuale reale funzionalità del CPR.

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