La drammatica sorte della giovane e bella operaia di Prato, dilaniata da una pressa, pesa come un macigno sulla coscienza dei nostri governanti virtuali, designati dal potere finanziario globale anziché dal Popolo italiano.
La tragedia avvenuta ci insegna che nella realtà gli anglicismi introdotti nel 1945 dai nostri dominatori a stelle e strisce ed amplificati dalla cultura volgare e servile dei loro collaborazionisti e lacché italiani non sono nulla se comparati alle parole “strazio”, “dolore”, “orrore”, “morte”, oppure ai concetti di perdita della dignità del lavoro, di insicurezza, di precarietà, di assenza di tutela, di privazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
Il “Recovery Found “, lo “Spread “, le “Performances “, le “Spending review “, i “Covered bonds” generano tra le persone che sanno guardare alla realtà quotidiana anziché alle rappresentazioni mediatiche di fantasia una sensazione di ripulsa, di fastidio gastrico, di viscerale e genuino odio popolare.
Il Popolo italiano e la sua sfortunata figlia, morta in ragione della inadeguatezza di chi pretende di imporre per procura la volontà delle lobby finanziarie europee e mondiali, hanno titolo di esigere una catarsi dalle scorie impure di un sistema che ormai gli è del tutto estraneo ed ostile.